Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

La banca europea per gli investimenti di Michele Cifarelli Quando fu elaborato il Trattato per dar vita alla Co1nunità Economica Europea, due esigenze furono tenute in particolare evidenza: di porre in essere meccanismi economico-finanziari tali da fronteggiare tempestivamente e adeguatamente le ripercussioni, cl1e si temevano gravi, dello abbattimento, sia pur graduale, delle barriere doganali; di impedire che, nel sistema comunitario, ri1nanessero ai 1nargini le aree depresse, e specialmente quella che è la più grande dell'Europa d'occidente, cioè il Mezzogiorno d'Italia. Da questo punto di vista, si· sarebbe potuto ricorrere ad un sistema di interventi della Comunità, di sovvenzioni per i Paesi più deboli, utilizzando magari istituzioni già esistenti, come la Cassa per il Mezzogior110, oppure creando ex novo qualcosa di analogo sul piano dell'Europa. Quanto alle ripercussioni delle riduzioni doganali e dell'ampliamento dei contingenti, si sarebbe potuto escogitare misure compensative da Stato a Stato, entro la Comunità. Invece, e più saggiamente, prevalse la tendenza a fare ricorso nei modi normali al mercato dei capitali e alle risorse finanziarie da Paese a Paese. Perciò fu creata la Banca Europea per gli Investimenti, cioè un istituto fi11anziario plurinazionale, destinato a operare secon,do la natura e le norme di una banca e avente funzione integratrice del sistema bancario di ogni Stato membro, per il migliore assetto dello stesso nella Comunità e lo sviluppo equilibrato della stessa. Così, lucidamente il Vito (in « Bancaria » - fascicolo 3 - Marzo 1958) precisa circa la B.E.I. : cc essa può essere definita t1n istituto bancario plurinazionale per il :6nanzia1nento delle trasformazioni imposte dalla costituzione del Mercato Comune Europeo. È un'istituzione bancaria : di essa ha le caratteristiche essenziali, perchè la sua fun130 Bibliotecaginobianco

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