Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

quest'entusiasmo (e so·pratutto l'ultimo aspetto) mentre si cerca di fare il punto della situazione ». Proprio così. Vale la pena che gli amici inglesi accolgano con un poco di entusiasmo, sinonimo di fantasia, l'idea· di un avvenire comune con i popoli del vecchio Continente. E che rin uncino per sempre alla tentazione di metter mano ai metodi della dip lomazione tradizionale ormai antiquati. Nel commentare il riavviciname nto anglo-tedesco così scriveva l'Economist Io scorso 20 agosto: cc A dirla in breve, sarebbe inutile cercare di scavalcare i Francesi; essi poss ono solo essere persuasi e non possono essere persuasi contro i loro in teressi. I Tedeschi non hanno alcuna voglia di essere giocati contro i Fr ancesi: questa sarebbe, in ogni caso, una manovra sbagliata. E neppure, in verità, l'Inghilterra ha più interesse a mettere i Tedeschi contro i F rancesi, di quanto non ne abbia a mettere i Francesi contro i Tedes cl1i. Tali combinazioni hanno fatto il loro tempo ». Il pericolo di una politica siffatta s'era profilato assai nettamente quando comparve la nota deII'Economist. Ma abbiamo visto come, sia pure a fatica e fra equivoci ed incertezze, stia n1aturando il processo dj chiarificazione tra la Francia e la Germania e tra la Francia e tutti gli altri Paesi del MEC. Del resto, lo stesso dibattito che di questi gior ni si svolge all'Assemblea Nazionale sulla farce de frappe varrà, contrariamente a quel c11e si poteva temere, ad accelerare il chiarime nto: infatti il lealismo atlantico e la scelta europeistica della Francia ne escono confermati jpienamente e senza sottintesi. Sì cl1e, su queste basi, non appare arrischiata la tesi di chi prevede cl1e l'ambizioso progetto del Generale De Gaulle, una volta approvato dal Parlamen to, si risolverà in un mezzo di pressione o meglio in una buona carta da giocare quando si tratterà di negoziare il piano di una forza ato mica integrata cl1e gli Stati Uniti si accingono a proporre all'Europa. In altri tern1ini, anche nel settore così delicato e così grave della difesa atomica, la politica di De Gat1lle è sì una politica di cc prestigio » nei suoi aspetti esteriori e più vistosi, ma in sostanza tende a giocare irì f avore dell'Europa, siccome la sua ispirazione non è affatto nazionalistica. Naturalmente, essa comporta un notevole prezzo, fatto di tensioni e di strappi all'interno del campo comunitario, ma c'è anche da chieder si se sul terreno della costruzione politica dell'Europa si potrebbero co mpiere dei passi decisivi affidandosi esclusivamente all'evoluzione d egli istituti comunitari che sono, in definitiva, organismi tecnici con sc arsa forza politica. 127 Bibliotecagìnobianco

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