Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

• Il deliberato di Bruxelles costituiva, dunque, un nuovo successo della piccola Europa, t1na nuova vittoria della « linea » Adenauer sul1' economicismo di Erhard. E rappresentava·, al tempo stes so, un nuovo insuccesso per la politica inglese della « resistenza elastica ». Ma a quel momento preciso la dialettica dei rapporti tra i Sei e l'Inghilterra venne ad essere profondamente modificata· per l'intervento di un imprevisto e formidabile fattore esterno. Tra il 16 ed il 17 maggio si consumava a Parigi il più clamoroso fallimento diplomatico della st oria moderna. Kruscev aveva trasformato la Conferenza al vertice; da lu i invocata per anni, in un'occasione per screditare gli Stati Uniti e p er umiliare il Presidente Eisenhower innanzi al mondo intero. La gra vità del fatto ed i corrispondenti interrogativi sugli obiettivi reali della politica sovietica in Europa risollevarono il problema specifico della solidarietà europea entro quello più ampio della solidarietà occidentale . E per dirla con l' « Economist », due medicine furono proposte per curare la debolezza dell'Europa: la prima, quella di Bonn, mirava a sanar e la divisione tra i Sei e l'Inghilterra; la seconda, quella di Ra1nbouill et, reclamava la più stretta cooperazione dei Governi della Piccola Europa nella politica economica, in politica estera e nella politica militare, al fine di conferire nuova energia all'alleanza atlantica ed insieme di stabilire il necessario contrappeso alla preponderanza anglo-sassone nell'alleanza stessa. È chiaro che le due medicine non erano affatto complement ari, ma alternative: il ritorno ad una operante collaborazione con l'Inghilterra escludeva l'associazione politica della' piccola Europa nella forma di organismi unitari per l'impostazione e l'esecuzione dell a politica comune, e viceversa. Tuttavia l'equivoco planò sia sui colloq ui De GaulleAdenauer a Rambouillet; sia, di conseguenza:, sull'incontro di Bonn fra Macmillan ed Adenauer (a dare un'idea del repentino mutamento di tono nei rapporti fra i due uomini di Stato ricorderemo il pittoresco particolare, raccontato dalla « Neue Zurcher Zeitung », di Ma·cmillan che sottoscrive una delle sue lettere al Cancelliere con i l motto familiare: yours Harold; e di Adenauer che si trova imbaraz zato a replicare, perchè la lii1gua· tedesca non gli permette una eg uale formula finale così affettuosa). Abbiamo detto equivoco. Ed infatti, se De Gaulle aveva esposto il suo piano di riorganizzazione politica della Piccola Europa, senza che necessariamente questo fatto comportasse la adesione del suo interlocutore, appare del tutto sorprendente che il Cancellier e, a soli tre giorni di distanza dai colloqui col Generale, dichiarasse che occorreva 121 Bibliotecaginobianco

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