estes~ alla Gran Bretagna'; l' atteggiame11to della delegazione inglese alla Co11ferenza eco11omica occidentale tenutasi nel gennaio di quesf anno all'hotel Majestic a Parigi; gli accenni all' eventt1alità di una guerra commerciale fra i Paesi EFT A ed i Paesi MEC, contenuti in una dichiarazione resa dal premier britannico nel corso della sua visita a Washington la scorsa primavera - tali sono le tappe più significative dell'azione sviluppata dal Governo inglese tra il cadere del '58 ed i primi mesi del '60. Le conseguenze politiche generali di questo stato di cose si tradussero in primo luogo in un deciso raffreddamento dei rapporti anglotedeschi ed in una cruda sistematica polemica fra la stampa dei dt1e Pa:esi. In secondo luogo, l'incrinatura che s'era aperta nelle relazioni franco-inglesi subito dopo l'episodio di Suez, si venne ad allargare nella misura in cui sempre più stretta ed operante si rilevava l'intesa tra la Francia del generale De Gaulle e la Repubblica federale del Cancelliere Adenauer. Unica luce in questo quadro desola11te, la razionale serena campagna dell' « Economist » per l'adesione dell'Inghilterra alla Comunità europea; a cui doveva più tardi aggiungersi la voce dell'altro grande organo liberale, il manchesteriano « Guardian » . Tutto, dunque, la·sciava presagire un rincrudimento del contrasto, soprattt1tto a causa della dec.isione di accelerare i ten1pi dell'integrazione presa a metà 1naggio dal Consiglio dei Ministri della Comunità. L'acceleramento prevedeva che il disarmo doganale fra i Sei Pa·esi avrebbe raggiunto alla scadenza del 31 dicembre 1961 il livello del cinquanta •per cento e non già solo del trenta, come era stabilito nel Trattato. Questa mist1ra:, sufficiente di per sè a creare allarmi nel mondo degli affari d'oltre Manica ed a frustrare i calcoli del Governo britannico relativi ad un possibile tallonamento della marcia dei Sei da parte dell'EFT A e ad un tempestivo compromesso finale, non era tuttavia nè la sola nè la più rilevante. A Bruxelles, infatti, il Consiglio dei Ministri aveva definito anche la tariffa esterna dei dazi comunitàri; in altri termini era stato eretto un altro pila:stro della costruzione europea, il più importante nei confronti dei Paesi terzi ed il più arduo rispetto agli stessi Paesi membri, stante il forte divario tra le elevate tariffe della Francia e dell'Italia e le ba:sse tariffe della Germania e dell'Olanda, e data l'ostilità che ad una tariffa comunitaria i11termedia portavano il padronato germanico ed il Ministro dell'economia Erhard, per il timore cli eventuali ritorsioni dei Paesi terzi contro le esportazioni tedesche. 120. Bibliotecaginobianco
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