Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

compiti assurdi deprimono chi li deve assolvere e ne vede l'inconsistenza e il danno, cioè i nostri migliori funzionari. Chi scrive conosce poco la Germania e a~cora meno la sua diplomazia. Ma gli è stato riferito un significativo commento del cancelliere Adenauer a un uomo politico che lo visitava. Adenauer osservò che circa una metà del servizio diplomatico tedesco aveva iniziato la carriera nell'epoca nazista, ed era perciò composta di persone avvilite e timorose, mentre l'altra metà, vene11do da diverse amministrazioni, dalle libere professioni e dagli affari, solo lentamente avrebbe potuto impadronirsi del mestiere. Il miglior diplomatico tedesco del dopoguerra, il professor Hallstein, adesso Presidente d·ella Commissione economica europea, era un git1rista, come altri suoi colleghi. Un aspetto favorevole della diplomazia tedesca consiste nella possibilità che viene concessa ai funzionari di passare all'attività privata, all'industria o all'esercizio di una professione, senza perdere il diritto di rientrare nella carriera. Accade anche che cittadini privati di particolare competenza vengano assunti dal ministero. Questo avviene abbastanza frequentemente, ed è un vantaggio per lo Stato che può acquistare i servizi di funzionari capaci ed esperti. C'è appena bisogno di osservare che da noi un metodo simile diffonderebbe il sospetto, e probabilmente la pratica, del favoritismo e addirittt1ra della corruzione, e non potrebbe, perciò, essere adottato. Il nuovo diplomatico della scuola europeistica, sia rimasto al servizio del suo Paese o sia passato a quello di una delle organizzazioni dei Sei, deve superare i limiti fissati dalla tradizione. Per prima cosa, deve andare al di là del patriottismo: non solo per ripudiare le esasperazioni nazionalistiche, ma anche per muovere verso una nuova e più ampia costruzione ideale e pratica. Il miglior patriottismo, oggi, almeno in Europa, è quello di chi capisce che le patrie sono troppo piccole, e devono confondersi a poco a poco in un'unità più vasta. Invece della confederazione proposta da De Gaulle, che sarebbe soltanto un'alleanza dei nazionalismi esistenti, la compenetrazione, sia pure lenta e graduale, di un Paese nell'altro. Questo diverso patriottismo, che vede l'interesse proprio nell'intima solidarietà con gli interessi altrui, già indica l'orientamento che la nuova diplomazia deve prendere. Non più il disdegno altero degli affari economici, ma la loro comprensione, ma la capacità di servirsene ai fini generali. Come certi mariti, l'Europa di oggi, che è dominata dalla ricerca del benessere, dev'essere presa dallo stomaco; dev'essere affer104 Bibliotecaginobianco

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