Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

rarchia ». Ma il falso storicismo di coloro che, ignorando la distinzione tra pensiero storico ed azione, pretendono di spartire ]e realtà che concorro•no a creare nel momento stesso in cui operano, e che credono che le loro propensioni siano la stessa cosa della storia futura, questo falso storicismo, che ca1de tante volte innanzi ai nostri occhi e che è segno di una singolare fiacchezza di vita morale, non trovava grazia presso Omodeo: cc ]a degnità storica immanentistica, cl1e la storia è creata dalla· attività operante, non dalla contemplazione trascendente, che da questa energia operante s'irradia il diritto, non può essere usata come rivendicazione anticipata di diritto. Non si può anteporre il giudizio storico alla propria opera concreta ». Qui mi pare che ci sia una delle più valide lezioni che abbia 1nai dato Omodeo: perchè se essa vale dal punto di vista clel politico~ vale ancl1e da quello dell'uomo di cultura. V'è ai nostri giorni il sofisma di applicare il criterio storico, di uno storicismo casualistico, all'azione di cui siamo attori e responsabili, e di giustificare a questo modo le più singolari ed incoerenti prese di posizione. È per questo sofisma che si ode dire oggi che qt1esto o quello, anche se nega la libertà, obiettivamente incrementa la libertà! Il punto• cl1e Omodeo chiariva perfettamente è che l'uomo deve avere il coraggio morale di a•gire allo scoperto, di credere nelle cose che fa. senza la garanzia che egli si muove nel senso della storia di domani, o, se preferite chiamare le cose col loro vero nome, cl1e egli si troverà dalla parte dei vincitori di domani. Adolfo Omodeo, co11 la sua opera' di storico insigne, con la sua lezione di 011està scientifica, con la sua dirittura di maestro di vita etica, parla a tanti anni dalla stia morte con la stessa forza di prima·. Dei suoi scritti credo che si IJossa dire ciò c11eegli stesso scrisse delle « Considerazioni sulla rivoluzione francese » di Madame de Stael, pubb]icate postume nel 1818: « la! morta Sibilla parlò dalla tomba e ridestò sogni cl1e parevano obliati, rico,rdò giorni lontani, a cui non si osava tornare con la mente; e dietro la caligine sanguinosa in cui la tragedia rivoluzionaria appariva agli uomini della Restaurazione, disvelò alle 11t1ovegenerazioni l'ideale grande di una civiltà liberatrice, un arcano che i superstiti dell'89 eran ritrosi, dopo tante vicende e sofferenze, a comt1nicare per accendere di nuovo i cuori ». 94 Bibliotecaginobianco

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