Gobetti aveva vissuto eroicamente ed era eroicamente morto: ma la pietà profonda· innanzi al suo destino, la simpat:ia che l'uomo aveva ispirato e co11tinuava ad ispirare dovevano cedere innanzi alle più grandi ragioni della verità. Omodeo, pertanto, smontava con acume tutti i temi della storiografia gobettiana: voleva· il Gobetti diseroizzare il Risorgimento? Ma, replicava il recensore, « diseroizzare va bene. Togliere i mantelli e le corazze cl1e la retorica dei commendatori e dei maestri elementari hanno, Di0 sa con quanto buon gusto, imposto agli uomini del Risorgirnento, va bene. M.a·sotto i mantelli e la corazza rimango,no gli uomini, che valgono infinitamente di più degli eroi convenzionali. E questi uomini nella loro elevatezza, nella loro passione italiana, costituiscono il vero e maggiore patrimonio morale della nazione... Assai spesso fallirono, i loro sogni furono più grandi dei risultati conseguiti. Ma solo una pacata storia, idealistica e insieme realistica, può apprezzare i risultati positivi: i quali, essendo conqt1iste di t1manità, spesso permangono anche nell'insuccesso politico ». O voleva il Go betti dimostrare che il Risorgimento era f.a·llito per l'assenza del popolo? Ed Omodeo mostrava il vero valore dell'argomento, muovendo da un'esperienza personalé: « qualcosa di simile si constatava in guerra. Quanti non si dolevano che il co11tadino fatto soldato non sentisse la guerra· nazio•- nale: e quanti non disperavano per questa presunta interpretazione! E Dio sa quante eresie di pedagogia popolare si mormoravano 1 ! Eppure v'era un ri1nedio semplicissimo: che chi sentiv.a· la nazione operasse presupponendo presente questo spirito e questa educazione nazionale; che questo spirito fosse lui stesso. E, allora, nel soldato avveniva quel che avviene in noi quando d'improvviso ci si dischiude il significato di una poesia o di una pregl1iera imparata· da bambini e non interamente capita: si rivelava la nazione. E questa via seguirono con grande fede gli uomini del nostro Risorgimento. Operarano essi pel popolo. Si adattarono ad esser loro la· nazione, contro i settemila israeliti, che ai tempi d'Elia non avevano piegato il ginocchio a Baal, costituivano il vero Israele. Ma, e qui è il loro grande merito, credettero nel popolo e nella nazione. Non si chiusero nell'albagia dei fabbricatori di storia ex professo: dell'edificazione del popolo ebbero l'ossessione e il peso di responsabilità. Se l'opera non riuscì completa, si fu perchè un popolo non s'improvvisa in cinquant'anni. .. E poi si deve tener presente ciò che di primitivo e d'ingenuo ha la ripresa del mito mazziniano, del popolo operante composto, come il coro di una 92 Bibliotecaginobianco
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