sempre con quella cautela che si deve usare i11questo caso, dobbiamo risalire alla crisi della repubblica ro•mana, quando 1a conquista dell'impero distrusse, anche fisicamente, i ceti rurali che formavano il nerbo • delle legioni e della civitas: o alle guerre depauperanti del tardo impero... E forse il veder coraggiosamente la grande guerra in questa caligine medievale, può giovare anche a: chi virilmente la accettò, dopo che era stata scatenata nel mondo, e cercò di dominarla ». Adolfo Omodeo aveva vissuto la guerra e nel mome11to in cui scriveva i cc Momenti di vita di guerra », era impegnatissimo, con tutte le sue forze, con tutti i mezzi di cui disponeva, in un'altra grande battaglia, quella contro il fascismo: eppure riusciva già, con un colpo d'ala, ad elevarsi al giudizio dello storico. Perchè egli era uno storico n.ato. Giovanissimo, studente, aveva abbandonato la Scuola Normale di Pisa, poichè gli pareva che l'aria che vi si respirav.a· fasse disseccante, perchè l'erudizio.ne che era allora una delle glorie della Normale, pareva a lui, a lui che doveva diventare familiare della· filologia neotestamentaria, vuota e quasi inutile. A Palermo lo richiamavano il rico-rdo delle lezioni di Donadoni, che aveva avuto professore al Liceo e che era passato ad insegnare all'Università, e la fama delle lezioni di un grande suscitatore di entusiasmi e di energie, di un filosofo che veniva allora asst1rgendo .a·fama nazionale, di Giovanni Gentile. E appunto a Palermo, nel 1913 e poi tra il 1920 e il 1922, fu pubblicata la grande trilogia sulla storia delle origini cristiane: e( Gesù e le origini del Cristianesimo », « Prolego•meni alla Storia dell' Età Apostolica' », cc Paolo di Tarso, Apostolo delle Genti ». Omodeo, rivendicava la storia del Cristianesimo come storia etico-civile, da studiare fuori di ogni preoccupazione confessionale: e quei suoi libri avevano gia, forse meno maturo di quel che sarà poi, il timbro proprio di tutta la1 sua storiografia. Non è un caso che le sue opere si intitolino a Gesù, a Paolo, e . poi a De Maistre, a Gioberti, al conte di Cavour. Pensate, per contro, ai titoli dei grandi libri di storia di Croce: cc Storia d'Italia », cc Storia d'Europa », cc Storia del Regno di Napoli ». Quel che interessa Omodeo sto-rico di Cavour o di Gioberti o di Constant o di Tocqueville, sarà la stessa cosa che aveva interessato Omodeo storico del Cristianesimo: cioè - come ha acutamente notato Salvatorelli - « cogliere una grande personalità religiosa nel fervore intimo della sua crisi, traboccante in azione ». È il farsi, il determinarsi, insomma, della personalità, del grande creatore di storia nuova, che brucia tutto il pass.ato nella nt1ova azione, nel nuovo co·ncetto, che sta ·a cuore innanzitutto allo storico: 86 Bibliotecaginobianco '
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