Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

maturo, potevano aver fatto intuire dei modi di vedere le cose diversi da quelli correnti. Ma erano sempre sentimenti vaghi, aspira'zioni che non avevano dietro a reggerle concretezza di pensiero: e pure in quegli anni, nel '41, nel '42, v'era un regime di cui si diffidava quasi naturalmente, una guerra che non commuoveva come sembrava avesse commosso l'altra (questo s'era compreso fin nell'orribile retorica dei manuali di liceo), una patria, insomma, diciamo pure la parola, che non ~i riusciva a sentire umana e vicina. In quegli orribili manuali avevamo appreso cl1e gli avi dei nostri padri, i nostri padri stessi, erano morti volentieri per la patria: che cosa era, dunque, mutato? Eravamo, forse, noi ad essere più vili, o erano mutati gli ideali, o le istituzioni erano diverse? Sono cose che non si ama ricordare: bensì una cosa si ama ricordare: che fu in un libro che noi trovammo la risposta alle nostre do1nande, e questo libro s'intitolava « Momenti di vita di guerra », e l'autore si chiamava Adolfo Omodeo. · È difficile, forse, comprendere l'importanza enorme che i cc Momenti di vita di guerra » hanno avuto per quelli della mia generazione. I più vecchi di noi vi avevano potuto trovare, raccolti, gli ideali religiosi per i quali, consciamente o inco11sciamente, avevano co,mbattuto, come Adolfo Omodeo aveva combattuto, dal 191,5 al 1918. Altri vi aveva potuto trovare una nuova conferma e una nuova dimostrazione della verità di ideali nei quali aveva avuto ancora il tempo e la sorte di essere educato. Per noi, che lo leggemmo nel 1941, nel corso di una nuova guerra che poneva' i problemi cui ho accennato, quel libro fu assai di più, fu una rivelazione, fu la scoperta di un nuovo continente, fu anzi la scoperta delle vere dimensioni del nostro continente. Fu attraverso esso che noi potemmo penetrare nel mondo morale più vero del nostro paese, e comprendere, o cominciare a comprendere, quel che era accaduto nel mondo politico del nostro paese. Quelli cl1e sono venuti dopo di noi hanno avuto tra le mani le cc Lettere dal carcere » di Gramsci; noi abbiamo avuto tra le mani i cc Momenti di vita di guerra n. ·Non dico questo per mis11rare una distanza, per stabilire un rapporto polemico : constato solamente un fatto che può spiegare molte cose: noi dobbiamo i due terzi dellff nostra educazione ad Adolfo Omodeo. Poichè fu proprio nei cc Momenti di vita di guerra » che potemmo toccare con mano la falsificazione nella quale vivevamo: chi non ricord·a la retorica sulle giornate radiose di maggio, sulla guerra bella e sonante, sugli eroi magnanimi e generosi che erano andati incontro alla morte come incontro al sole, sulla guerra voluttuosa avventura e insieme la83 Bibliotecaginobianco

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