,. tere dei problemi politici, il fastidio del rivoluzionarismo verba·le e verboso che sembrò caratteristica di molta parte del Partito d'Azione, l'attitudine a cogliere sempre il punto centrale e veramente importante d'una questione e a lasciare da parte il resto, l'intransigente pa'ssione morale con cui egli si dedicava all'attività politica, e, finalmente, la difesa della verità al di sopra di ogni spirito di parte. Non potrò ma·i dimenticare un episodio del 1944: Omodeo s'era separato politicamente dal suo grande maestro ed amico, Be11edetto Croce, e tra il Partito d'Azione e il Partito Liberale v'erano allora· polemiche aspre e talora vio1 ente, poicl1è gli azionistj rimproveravano i liberali di reazionarismo e i liberali accusavano gli azionisti d'inconsistenza ideologica: Omodeo stesso aveva una non piccola· parte in queste polemiche ed era, ovvian1ente, tra i meglio armati. Pure, qt1ando un giornalista del Partito d'Azione stam1Jò un'at1tentica aggressione, alquanto calunniosa l)er quel cl1e ricordo, contro Croce, il pri1no ad insorgere fu proprio Aclolfo O1no(1eo: egli disse chiaramente allora in una riunione dei dirigenti napoletani e ripetè IJubbHcamente, poi, in presenza dell'autore de]l' articolo che no11 avrebbe mai 1Jotuto consentire che il 11ome venerando di Benedetto Croce fosse dato in IJasto alla retorica di partito. Allora noi giovani, cl1e ci consideravamo suoi segua-ci e in c1ualche modo suoi · allievi e che nutrivamo IJer lui una reverenza che c'impediva a volte perfino di salutarlo 1Jer tema di disturbarlo, comprendemmo quale era quale doveva essere veramente il costt1me civile delle lotte politiche democratiche, e ne avemmo come un pairadigma. Un 1Jaradigma, lasciatemelo dire, che abbiamo più volte cercato negli anni che sono seguiti a quel lontano 1944. Anche in questo egli ci fu roaestro. E credo che il Comitato direttivo dell'Associazione per la Libertà della Cultura non abbia avuto altro in mente, nel chiedermi di com1nemorare Adolfo Omodeo nel decimo anniversario della sua morte, se non questo a1Jpt1nto: cl1e l'opera del Maestro fosse rjcordata da qualcuno che appartenesse all'ultima generazione dei suoi scolari, ad una generazione che, appena entrata· nell'adolescenza s'era trovata co11frontata con problemi assai diversi e più grandi e difficili di quelli che sogliono essere i problemi dei giovani, e s'era trovata innanzi acl un costume politico cl1e era assai diverso da un molto generico ideale umano, innanzi ad un 1)aese, il proprio paese, nel quale era assai difficile riconoscersi. Tutte queste cose noi le abbiamo sentite in modo confuso e non sempre consapevole: talvolta una certa tradizione familiare, talvolta il cenno di un professore o d'un amico più anziano, e 82 . Bibliotecaginobianco
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