di un Meazza, di un Loi o di un Coppi. Ma lasciamo stare; il personag ... gio, si dirà, con il carico della sua coscienza infelice, è tale quale lo ha voluto foggiare la fantasia del suo autore. Lo stesso discorso, però, sarà lecito fare per quanto riguarda i caratteri dei st1oi fratelli, che hanno un senso più scopertamente rappresentativo di una certa condizione umana. Simone, si sa, rappresenta il vinto della vita, naufragato nel gorgo della metropoli, che assomma alla fine tutti i possibili vizi di essa; è parassita, ladro, violento, ubriacone, stupratore, pederasta, ~ssassino, e per giunta affetto da un complesso d'inferiorità nei confronti clella donna (la madre, Nadia), che si manifesta, come accade, in forma inversa, e cioè con l'apparente complesso di superiorità di atti d'estrema violenza. Contadino o cittadino, un tal poco di buono avrebbe sempre fatto una brutta fìne; non è la città a rovinare lui, è la gente come l1.1i che rovii1a le città e le campagne. Ma l'altro, Ciro, cl1e sta dalla parte opposta al lato di Rocco, è un personaggio sbagliato, proprio perchè rappresenta l'antitesi mecca11ica, il rovescio dello stampo del fratello suo Simone. Studia la sera per pigliarsi la licenza tecnica, si fidanza con intenzioni serie, diventa 11noperaio specializzato che ha il senso della legge e della giustizia, ed ha una manifesta vocazione predicatoria; egli incarna, insomma, la nuova moralità della élite operaia, alla quale non so se creda Visconti, ma alla quale, mi sia consentito di dirlo, non credo io; chè non ritengo la moralità concreta, quella che dovrebbe servir da1 guida al mondo contemporaneo, costituire un atttibuto esclusivo della classe operaia; giacchè, anzitutto, essa sfugge a determinazioni di classe; e poi perchè contesto che il mito operaistico di quarant'anni fa, quello che sedusse gli intellettuali d'avangt1ardia in Italia negli anni jntorno al venti, sia valido ancor oggi alla luce della nostra coscie11za critica, dopo le esperienze che il mondo ha vissuto. È un mito, quest~, che fa il paio con l'altro consimile del rt1de e franco lavoratore della.,.- campagna, ·sostegno dei valori della famiglia e della proprietà, della · patria e della chiesa, che ci affiisse in anni più recenti. La coscienza morale nella sua forma concreta, e cioè civile, non è un prodotto dei campi o delle officine, ma si può formare in ogni casa e coscienza. E del resto, lo stesso film, accanto alle invocazioni liriche di Rocco, ed alle lezioni di morale di Ciro, ci mostra, sia pt1re di scorcio, la lotta di Vincenzo per la sua sistemazione piccolo-borghese, e la continuità cl1e per essa si realizza della famiglia Parondi, della gente di Lucania inurbatasi a Milano, dove si battezza l'ultimo nato. Il minore dei cinq-µe fratelli, Luca, potrà fare ritorno un giorno, se vuole, al suo paese natìo; ma se così davvero facesse, prenderebbe una strada sbagliata anche lt1i, come Rocco e Simone, giacchè l'esempio di Vincenzo dovrebbe pure jnseg11argli qualcosa: e cioè che a Milano non si arriva come emigranti, desiderosi, in fondo al cuore, di poter tornare a percorrere la via di ritorno nel Sud, ma bensì come cittadino dello stesso pa1ese, chè Milano non è la New York delle passate generazioni, ma è l'altro aspetto dell'Italia, l'Italia comunale di ieri e cittadina di oggi, non meno antica e civile ma più progredita: dell'Italia cpntadina. 72 Bibliotecaginobianco
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