' dente consiste, in breve, nel fatto che le passioni,. vive nell'animo del primo, diventano, nel caso del secondo, cc passioni di testa »; e che perciò, per manifestarsi e per comunicarsi, hanno bisogno di diventare sforzate, fuori del comu11e, tali da scuotere i nervi già resi un po' stanchi. - Così, per esempio, avviene per il motivo dell'incesto nel teatro di D'Annunzio. Sebbene un tal elemento drammatico ed orroroso esistesse nel teatro greco (e sebbene esso non manchi di fare capolino anche in Goethe, secondo le recenti fini indagini di P. Paris), esso con D'Annunzio raggiunge il diapason di un'esaltazione ossessiva, che non credo avesse alcuna rispondenza n_ella realtà dei suoi rapporti familiari. Era, insomma, una passione di testa, una infatuazione i11tellettuale, il cui effetto di trauma sulla psicologia dello spettatore, ormai stufo del solìto adulterio, il D'Annunzio riteneva sicuro. Orbene, se si confronta l'invenzione dei Fratelli Karamàzov con quella di Rocco e i suoi fratelli, si osserva facilmente questo: che il film ripete lo schema del romanzo, ma esasperandone i toni, e comprom~ttendo l'armoniosa solidità dell'insieme (quella che fa dei quattro Karamàzov - padre e figli - come scrisse Borgese, cc t1n gruppo di Laocoonte moderno »). Al vecchio Karamàzov qui corrisponde la vecchia madre Rosaria, la cui nota fondamentale però resta, com'era nel modello, la mistura di istrionis1no e di tenerezza autentica. A Dmitrij, impetuoso e sensuale, corrisponde Simone; al tormentato ed intellettuale Ivan, fa riscontro il serio Ciro, l'operaio evoluto e cosciente (Ivo si chiamerà invece un personaggio minore); ad Alesa, naturalmente, corrispo11de l'angelico Rocco, che - per bizzarro destino - ha il pugno micidiale. In più, qui ci sono però un fratello ancora maggiore, Vincenzo, ed un fratellino ancora minore, Luca: personaggi di contorno agli altri tre, giacchè il film presuppone la storia dell'ambientamento di Vi11cenzo, il primo dei fratelli, a Milano, e lascia allo stato di congetture quella dell'ultimo dei Parondi (così si chiamano), Luca. Orbene, mentre nel romanzo di Dostoievskij sta per succedere l'incontro fra il vecchio Karamàzov e Grùsen'ka (che poi darebbe un sapore piccante d'incesto all'amore di D·mitrij per lei), ma non succede; mentre nel romanzo Dmitrij è tentato di commettere parricidio, ma non lo commette, chè il senso di misura artistica di Dostoievskij lo vieta; nel film, invece, secondo la logica del decadentismo, c'è incesto, e come, d'un fratello sotto gli occhi dell'altro, per giunta; c'è assassinio, e quale, ad opera di Simone-Dmitrij, il cui temperamento violento deve sboccare in un gesto di violenza efferata, a sfondo erotico, con sette coltellate (se le ho contate bene) sul corpo della disgraziata Nadia. A me, piuttosto che di neorealismo, il film odorava perciò di vecchio dannunzianesimo, con personaggi beninteso lucani invece che abbruzzesi, e con una Figlia di J orio, peccatrice insigne di campagna, diventata prostituta di città. In qt1anto poi a Rocco, personaggio assai intellettuale, malgrado la gentile cafonaggine, fornito di moralità tradizionale ma priva di sostegno religioso, cc anima bella » che porta al parossismo e al paradosso le note caratteristiche dello Alesa dostoievskiano, 110n è difficile ricor1oséere in lt1i, che ne porta persino il 70 Bibliotecaginobianco
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