Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

cosa, / vincasi o per fortuna o per ingegno ». Questa: è la norma di condotta del candidato, se ne convinca il Ministero della Pubbljca Istruzione. · Purtroppo la nuova cc Magna Charta » per gli esami di stato, il D.M. 30 settembre. 1959, non colma la grave lacuna dei programmi ufficiali, perchè contiene solo disposizioni sui famosi « riferimenti » al programma degli anni precedenti; il programma dell'ultimo anno, come pure quello degli anni precedenti rimane immutato nella sua formulazione. La situazione, abbiamo jl coraggio di ammetterlo, è grave, e sarebbe in errore chi pensasse cl1e gli esami di stato sjano ormai stabilizzati, all'attuale livello di innegabile mediocrità. La verità è invece che contint1ano a peggiorare di anno in anno. A un loro effettivo miglioramento si oppongono varie circostanze, e in prima linea l'ordinanza ministeriale del 3 maggio 1947, che stabilisce (par. 16) che « le prove, git1sta i criteri enunciati nella circolare 22.3.1947, n. 1319, rifletteranno l'insegnamento. quale si è eff ettivamerite svolto st1i programmi d'insegnamento ». Quale comodo alibi, questo « effettivamente svolto », non solo per i candidati, ma anche per quegli insegnanti sfaticati che ogni anno, con bella regolarità, si trovano in ritardo nello svolgiinento del 1Jrogramma ! Ormai gli insegnanti coscienziosi che prendono veramente sul serio i programmi ufficiali, sono mosche bianche, fastidjose ai colleghi, agli allievi, ai familiari degli allievj. Quale insegnante di lettere classiche nei Licei (per riferirmi a·lle materie di mia specifica competenza, in omaggio all'aureo principio del « ne stitor ... », ma sia ben - cl1iaro che l'argomentazione è valida per_ tutte le materie d'esame) si sognerà ormai di far tradurre un'intera tragedia• greca di circa 1200 versi, quando in tutta Italia, con i tagli delle parti corali e dj tutti i passi « non essenziali », la misura corrente, universalmente adottata' e paciflcamente ammessa, è di 600-700 versi? Un Liceo statale qualche anno fa presentò, con tutti i crismi dell'ufficialità, programmi che erano una parodia' e un ludibrio: 350 versi di tragedia greca, una dozzina di paragrafi (non capitoli!) di Cicerone, e via di questo passo; l'indignata Commissione non potè far altro cl1e prenderne atto e su di essi impostare gli orali. Invitò bensì il Presidente a seg11alare e stigmatizzare il fatto nella sua relazione finale, ma credo che ciò non abbia avt1to spiacevoli conseguenze per quel titolare ·di cattedra sì da indurlo a modificare il suo riposante ritmo di lavoro. Orbene, quan,do in t1na sede d'esame una Commissione accetta (per forza, a denti stretti) programmi jnsufficienti e fasulli di candidati interni, in virtù del funesto effettivamente svolto,come può onestamente pretendere programmi più ampi e più seri dai candidati esterni? Non vorrebbe e non dovrebbe la scuola pubblica essere pietra di paragone, specchio, modello, sprone, guida della scuola privata? I candidati esterni e i loro presentatori, che in fatto di esami di stato la sanno lunga:, pongono infatti ogni cura nel modellare i loro programmi su quelli della scuola pubblica presso . 62 Bibliotecaginobianco

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