partito specifico ». Il ragionamento ci ricorda un pò quello che usavano fare un tempo i comt1nisti, allorchè si proclamavano gli eredi cc objettivi» delle tradizioni liberali; e con1e il ragionamento dei comt1nisti è soggetto a qualche riserva. Lasciamo allo storico che scriverà tra cinquant'anni il compito di stabilire quali forze politiche hanno avuto nell'Italia d_egH anni '50 o degli anni '60 t1na ft1nzione autenticamente liberale (dato e non concesso che i problemi storici si possano impostare in una manjera così semplicistica); e limitiamoci a considerare le vicende tra ct1i siamo col solo metro che sia consentito a coloro che ne sono attori, sia pure cc minori». È ben vero cl1e v'è stato nel corso degli ultimi quindici anni t1na progressiva presa di coscienza da parte di cattolici e sociaHsti della importanza e validità di certi temi proprii dell'ideologia liberale (per citare Alfassio-Grimaldi: cc la crescita democratica dei socialisti e dei cattolici, il senso dello stato di De Gasperi, ecc. » ); ma sarebbe avventato, a nostro avviso, stabilire un rapporto di causa ed effetto tra questo processo e il progressivo depauperarsi delle forze autenticamente liberali. A noi sembra che i motivi che hanno prodotto un tale depotenzian1ento sono altri, e di altra natt1ra. Ma comunque ciò sia, resta il fatto che quella conversione dei cattolici o dei socialisti al liberalismo è ancora oggi lungi dall'essere completa. E ciò non solo o non tanto perchè così nel partito cattolico come in quello socialista ancora sussistono forti minoranze la cui vocazione totalitaria è fin troppo palese; quanto perchè i due partiti, nel loro complesso, sul piano ideologico come su quello della politica concreta, non hanno tratto tutte le conseguenze che dovevano trarre dalla loro accettazione di talune impostazioni del pensiero liberale. La libertà resta ancora oggi, per la maggior parte dei socialisti e dei cattolici (e Dio sa quanto ci vorremmo sbagliare!), piuttosto un mezzo che un fine: gli uni e gli altri paiono pensare che certi risultati, diciamo quello della cc giusta società », si possono ottenere, liic et nunc, più agevolmente col metodo della libertà che con altri metodi; e che il giorno in ct1i quel metodo si dovesse dimostrare poco redditizio, essi sarebbero disposti a barattarlo contro un altro. Noi, invece, pensiamo che la libertà è il solo metodo possibile per costrt1ire una società alla dimensione umana, e che, pertanto, anche se esso pt1Òsembrare nell'immediato poco conducente, è alla lunga il migliore, anche sul piano dei risultati. E pensiamo ciò proprio perchè coÌne essa si atteggia ai nostri occhi non è affatto un mezzo, ma un fine. Non hanno, forse, i nostri socialisti pensato e detto per anni che la giustizia in terra si poteva fondare coi sistemi faraonici di uno Stalin, e non v'è stato bisogno delle giornate di Budapest per disingannarli? O no11 sono, forse, i cattolici sempre attratti dalla ricorrente tentazione totalitaria, che si nasconde nelle pieghe del loro confessionalismo? Fino a quando le varie forze politiche che hanno l'applauso e il voto delle masse non avranno compiuto appieno la loro çonversione al liberalismo, vi sarà sempre l'esigenza di una presenza liberale. È un pò come pei rapporti che vi sono tra socialdemocratici e socialisti. I socialisti del PSI hanno un bel predicare 57 Bibliotecaginobianco
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