Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

I delle scuole professionali. La nostra iniziativa che, sin dal suo nascere ha avuto vasta risonanza, perché ha toccato nel vivo il problema non solo milanese ma· italiano della inadeguatezza e della vetustà delle leggi sulla provincia, vuole sanare questa situazione, vuole ' legalizzare' questa fusione di interessi del Milanese, dando alla amministrazione provinciale quelle possibilità che essa oggi non ha. La possibilità non solo di studiare ma di attuare dei piani regolatori generali a grandi maglie, per tutto il territorio della provincia; la possibilità di coordinare e di provvedere alla costruzione, all'ammodernamento ed alla manutenzione delle strade; la possibilità di trattare con l'autorità che le verrà dalla sua forza di rappresentante di una provincia di singolare importanza, con le amministrazioni statali, con l'autorità necessaria per ottenere da queste che i servizi più essenziali, trasporti ferroviari, tracciato delle grandi strade di comunicazione, ecc., siano attuati e progettati in modo consono alle necessità locali. (...) Questa iniziativa vuole dunque create un'amministrazione ambrosiana nella quale tutti j comuni possano far sentire la loro voce, nella quale ciascun comune, conservando la propria: autonomia, indirizzi il suo sforzo per il benessere generale, avendo sempre presenti i bisogni che lo sviluppo avvenire della zona renderà pressanti. Vuole insomma domandare allo stato una 'legge speciale' , che attribuisca all'amministrazione provinciale quella possibilità di coordinare e di adattarsi alle situazioni che sorgeranno, quella possibilità di impiegare i suoi cospicui mezzi, per permettere il progresso ordinario del territorio posto sotto la sua amministrazione ». Il progetto di legge lascia invariato il numero degli organi della provincia, ossia il consiglio provinciale, la giunta provincia'le e il presidente dell'amministrazione provinciale, ma prevede una rilevante trasformazione degli organi stessi per quel che concerne la composizione, il metodo di elezione e le ·attribuzioni. Il numero dei componenti del consiglio provinciale è portato a 90, di cui 45 eletti a suffra·gio universale diretto a scrutinio di lista e con sistema proporzionale dai cittadini iscritti nelle liste elettorali dei comuni della provincia; 15 designati con elezioni di secondo grado a scrutinio proporzionale di lista dai consiglieri del comune di Milano e 30 eletti nello stesso modo dai consiglieri degli altri comuni della provincia. In questo modo si è voluto stabilire un certo equilibrio fra' i rappresentanti del comune di Milano e quelli degH altri comuni della provincia, mentre l'elezione diretta di metà dei consiglieri ad opera dei cittadini attivi della provincia dovrel?be contribuire a creare nell' opi39 ·sibliotecaginobianco I

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