Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

unitaria e organica, basata su una visione comprensiva anzjché atomistica' delle esigenze dell'intera zona. In particolare, è chiaro che l'attività di programmazione, cl1e già si è visto essere così deficiente persino nei grandi comuni meglio organizzati e più progrediti dal punto di vista delle tecniche amministrative, può esser condotta in maniera efficiente nell'ambito di un'area metropolitana solta11to se posta sotto la direzione ed il co11trollo di un'unica a'utorità, responsabile verso i cittadini clella comunità metropolitana stessa e dotata di poteri adeguati per la realizzazione dei singoli piani di coordjnamento e di sviluppo così messi a pu11to nella propria sfera di competenza. ' Fino a qualche decennio fa· si poteva ancora pensare di risolvere almeno parzialn1ente il problema mediante l'annessione, da parte della 1netropoli, dei comuni limitrofi, e in effetti annessioni del genere ebbero luogo, tra il '20 ed il '30, a Milano, a Genova, a Napoli. Il fenomeno della metropolizza'Zione di gran parte del territorio situato intorno alle grandi città non aveva assunto l'ampiezza e l'intensità odierne e l'esigenza di una politica amministrativa unitaria si faceva sentire con urgenza particola·re sopra tutto con riferimento ai soli comuni posti immediatamente a ridosso, di quello capoluogo, mentre per gli altri poteva a11cora esser considerata una questione dilazionabile. La situazione presente, invece, è totalmente diversa, in quanto le principali aree metropolitane hanno ormai un'estensione così vasta da rendere impensabile la possibilità di farle coincidere, a forza di nuove annessioni, con t1n t1nico comune. L'eventuale assorbimento da parte della grande città di alcuni comuni limitrofi, mentre non risolverebbe affatto la questio11e metropolitana, aggraverebbe a11cor più le difficoltà del capoluogo, cl1e verrebbe a comprendere un territorio troppo vasto per consentire una efficiente amministrazione, sopra' tutto data la mancanza di qualsiasi forma di decentramento nell'amministrazione comunale così com'è attualmente strutturata in Italia. Senza contare poi che ogni proposta di annessione urterebbe immancabilmente contro forti resistenze opposte dalle po-polazioni dei comuni minacciati nella loro stessa esistenza, attaccate alla loro autonomia e normalmente assai poco inclini a lasciarsi fagocitare dal grande comune cittadino; ciò anche perché è spesso ancor vivo tra· loro il ricordo dell'esito negativo di analogl1e esperienze passate. In genere, infatti, le annessioni si so110 risolte a danno dei comuni incorporati, i quali il più delle volte hanno visto çompletamente ignorate le loro particolari esigenze dall'amministrazione cittadina sotto il cui governo erano andati a cadere, per essere considerati 30 Bibliotecaginobianco

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