della città capoluogo e che un'attenzione del tutto insufficiente è data alla necessità di provvedere al collegamento non s~lo tra i comuni circostanti e la metropoli, ma anche tra i vari comuni metropolitani indipende11temente da quest'ultima, necessità ormai tanto più improrogabile in quanto in molti casi, come in particolare nella zona milanese, si vanno sempre più intensificando i contatti e la generale interdipendenza economica e sociale tra i vari comuni minori di un'area metropolitana, oltre che con la città principa·le 5 • In secondo luogo, il fatto di dover provpuramente artificiale e sterile. Secondo altri, una soluzione più facilmente attuabile consisterebbe nel vietare o per lo meno scoraggiare con accorgimenti vari l'uso dei 1nezzi di trasporto privati nel centro cittadino, che dovrebbe esser riservato, salvo naturalmente casi eccezionali (medici, giornalisti, ecc.), ai taxi e sopra tutto ai mezzi di trasporto pubblici collettivi, i quali presentano un coefficiente assai minore di occupazione di suolo stradale per ogni viaggiatore trasportato. Si è tuttavia obiettato, a questo riguardo, che se è vero che l'ingombro dei mezzi di trasporto pubblici collettivi è relativamente minore una volta che si prenda in considerazione il numero dei viaggiatori trasportati, è pure non meno vero che essi ostacolano spesso la circolazione assai più dei mezzi privati, piccoli e managgevoli, e ciò a causa della loro mole e sopra tutto della necessità di seguire un determinato percorso obbligato con numerose fermate che sono, nelle strade più strette, spesso occasione di intern1zioni anche lunghe del traffico. A quest'ultimo proposito, è stata suggerita l'opportunità di aumentare la velocità commerciale dei trasporti pubblici sopra tutto diradando appunto le fermate. Infine, è argomento di discussione se sia preferibile, per quanto riguarda le comunicazioni tra la periferia ed il centro e ancor più tra due punti opposti della periferia, ricorrere ad un unico servizio cumulativo tra le due stazioni terminali, evitando così ogni trasbordo intermedio, oppure spezzare il servizio in due o più tronchi. I sostenitori di quest'ultima soluzione fanno osservare che un'eccessiva lunghezza dei percorsi porta necessariamente ad intralci, ritardi e confusione nel servizio, in quanto in tal modo per ogni strada del centro vengono fatte passare dieci o più linee, ognuna con propria fisionomia ed intervalli diversamente frazionati, difficilmente intercambiabili, e con molte vetture a causa della lunghezza del percorso. In queste condizioni, al minimo ingorgo si vede accodarsi una teoria interminabile di mezzi, gli intervalli fra le vetture della stessa linea non possono più esser regolarmente rispettati e si hanno per esempio due vetture accodate ed una terza ad un intervallo doppio di quelio previsto, con evidente grave disagio degli utenti, disagio in molti casi certamente superiore a quello provocato da un semplice trasbordo. Cfr. in modo particolare, su tutto ciò, G. GuzzANTI, Contributo allo studio del problema dei trasporti, cit., pp. 195-97 e A. GALIZIA, I trasporti pubblici e i problemi della circolazione urba11a, cit., pp. 460-61. 5 Ciò è particolarmente vero, per esempio, nell'area metropolitana di Milano, dove tutte le linee di trasporto e gran parte delle strade si accentrano su Milano, con grave disagio sia per Milano stessa, che vede così aggravarsi il suo già assillante problema di congestione eccessiva del traffico, sia per i comuni circostanti, tra i 26 Bibliotecaginobianco ..
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