Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

dizionali. <e Conservare il concetto di ' città' - l1a osservato sia pur un po' troppo impetuosamente il Gutkin,d - e attendersi da timide riforme un rinnovamento della vita cittadina è l'ultimo residuo, l'ultima perversione della concezione originaria della civiltà urbana. Dobbiamo cominciare di nuovo, come fecero i primi costruttori di città che aprirono un nuovo capitolo nella storia dell'umanità. La continuità è ormai un peso, un ostacolo che ci impedisce di procedere verso nuovi modi di vita, che minaccia la nostra stessa esistenza. Dobbiamo partire da capo, e con le materie prime delle esigenze e delle aspira-zioni fondamentali dell'umanità dobbiamo creare valori totalmente diversi e una totalmente diversa concezione dell'ambiente e dell'esistenza» 1. Questa invocazione, portata fino all'estremo, di valori totalmente nuovi e di una del tt1tto diversa· concezione dell'ambiente e dell'esistenza, è sotto molti aspetti poco persuasiva: ma è proprio al fine di salvare i valori tradizionali del concetto di cc città », che sono irrinunciabili in quanto uno dei fondamenti primi della civiltà umana come la intendiamo e come ormai non possiamo non intenderla, che si rende necessario operare coraggiosamente qt1ella trasformazione radicale delle grandi comunità urbane alla quale il Gutkind esorta. Dal pu11to di vista più strettamente amministrativo, che qui in modo pai-ticolare interessa, è ovvia l'impossibilità per il comune di una grande città, circondato da una miriade di comuni piccoli e medi, aventi ognuno i propri interessi ed il proprio egoismo particolaristico da soddisfare con una politica amministrativa del tutto autonoma e priva di qualsiasi coordinamento con quella delle amministrazioni vicine, di esplicare fruttuosamente la sua funzione direttiva nell' ambjto dell'area metropolitana di cui è il centro e di offrire il suo contributo determinante alla soluzione dei problemi economici, sociali, amministrativi ed urbanistici di quest'ultima. Soluzione che non sarà mai raggit1ngibile né affidando al comune capoluogo poteri di assoluta preminenza st1 quelli vicini, né lasciando mano libera all'iniziativa anarchica e disorganizzata di tutti i singoli centri dell'area metropolitana, ma che potrà diventare una possibilità concreta solo grazie all'azione unitaria e coordinatrice di un'unica autorità sopracomunale, in grado di elaborare ed attuare un organico e coerente programma di sviluppo per tutta ·1a zona, tenendo conto delle prospettive future ancl1e non immediate. 1 E. A. GuTKIND, L'ambiente in espansione. La fine della città. Il sorgere delle comunità, trad. it., Milano 1955, p. 23. 22 Bibli~tecaginobianco

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