di più e sempre meglio la cosidetta opinione pubblica. Qualunque restrizione o limitazione a questo necessario sviluppo quantitativo e qualitativo dell'informazione pupblicistica <leve essere respinto. A noi sembra che la proposta istituzione dell'ordine dei giornalisti e il mantenimento dell'albo non rappresenti un progresso su questa strada, ma al contra·rio costituisca un intoppo. Del resto i paesi certamente all'avanguardia nel tentativo di orgai1izzare nel miglior modo possibile il problema della informazione pubblicistica non l1anno adottato sistemi restrittivi nè corporativi per quanto riguarda la tutela e l'affermazione della professione pubblicistica. In nessun paese europeo o americano esiste qualche cosa di simile a un cc ordine » dei giornalisti, come ente di diritto pubblico obbligatorio per la professione giornalistjca. Noi non condividiamo le idee di Luigi Eina·udi per quanto riguarda l'inutilità • di una preparazione alla professio11e giornalistica, Noi siamo persuasi che oggi, per fare bene il mestiere del giornalista, che è una tecnica tra le più complesse e difficili, occorra un'adeguata preparazione. Non siamo del parere che il giornalismo sia solo un'arte, non crediamo che basti l'ingegno o una naturale predisposizione e vocazione per esercitare bene e con successo la professione giornalistica. Noi siamo per- I suasi che una preparazione specifica sia necessaria e indispensabile per ; risolvere in maniera· adeguata il problema del1a corretta informazione l del pubblico su tutti i fatti dell'attualità di interesse generale. / Ma condividiamo invece il parere dell'~lustre economista e uomo di Stato per quanto concerne l'albo dei giornalisti e il progettato « ordine » dei giornalisti. cc L'albo dei giornalisti diventerà una cosa tollera- . bile e potrà anzi diventare una fonte di onore quando l'iscrizione, aperta a tutti, sia fatta volontariamente e quando la non iscrizione non produca alcun, benchè minimo, effetto legale». « L'albo obbligatorio è immorale perchè tende a porre u11 limite a quel che limite non l1a e no_n deve avere, alla libera espressione del pensiero ~>. « La legislazione sulla stampa deve essere riveduta in questo unico senso; che ogni giornalista sia chiamato a rispondere di quel cl1e scrive; che la diffamazione, l'ingiuria, l'invenzione consapevole di notizie tendenziose, perchè tutte le notizie sono tendenziose quando sono date da un cervello pensante, siano punite se commesse a mezzo della stampa alla pari della diffamazione, dell'ingiuria a'ltrimenti commesse; e che anzi il mezzo usato della pubblica stampa sia un'aggravante del reato commesso. Fuor di lì, nulla, Giudice della dignità od indegnità del giornalista non può ess~re il gior19 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==