Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

e i commenti che in esso legge e mentalmente discute, sia affidato a persone che sanno il loro mestiere e Io compiono sotto la garanzia di un'adeguata preparazione sanzionata da un git1dizio obbiettivo di organi riconosciuti proprio per questo scopo. Nè è garanzia per il direttore di un giornale il fatto r)uro e semplice che il candidato alla professione giornalistica abbia avuto t1n attestato d'idoneità da un suo collega, e dal Consiglio regionale, il quale nella migliore delle ipotesi non potrà se non convalidare il giudizio di cl1i già appartiene all' ((ordine » e che domani potrebbe far parte del Consjglio stesso. Ma giova almeno al giornalista l'istituzione dell' « ordine » e il mantenimento dell'albo? La risposta sembrerebbe ovvia, tanto sono state pressa11ti le richieste della Federazione Nazionale della Sta1npa Italiana per ottenere l'istituzione. In realtà un istituto corporativo stretto come quello progettato ora per i giornalisti dà certamente dei vantaggi a chi , ne fa parte: se teoricamente non si ammette il « numerus clausus », ~ praticamente, con la limitazione del numero dei praticanti presso i singoli giornali (v.. contratto· collettivo di lavoro per i giornalisti) o con la discrezionalità data al giornale stesso di assumere o non assumere un praticante, l' « ordine » può diventare in poco tempo una corporazior1e chiusa con tutti gli inconvenienti cl1e un sistema di qt1esto genere può procurare per la libera prassi di una professione che negli ultimi anni richiede un sempre più 11umeroso stuolo di appartenenti sia per la diffusione del giornale e periodico, sia per l'aggiunta di altri i1nportanti strumenti pubblicistici come la radio, il cinema, la televisione. Soprattutto pericolosa ci sembra per la stessa posizio11e dei giornalisti la pretesa inevitabile di limitare l'iscrizione dei professionisti senza che, co11temporaneamente, si provveda a una seria preparazione culturale e tecnica, oggi richiesta ogni giorno di più 110nsolo per l'estendersi dei temi trattati dalla stampa periodica, ma anche per una coscjente valutazione della responsabilità che gli strumenti di comunicazione di massa si assumono dal pt1nto di vista sociale. È veramente strano che nel progetto di legge Gonella non si faccia parola dell'istituzione di scuole per giornalisti, nè di cattedre t1niversitarie relative alla tecnica pubblicistica, nè in genere si spenda un solo cenno per toccare il problema della preparazione professionale per un compito così delicato e importante come è senza alcun dubbio quello del giornalista, sia che si serva dello strumento giornale vero e proprio, sia che si valga degli altri strumenti p1-:1bblicistici.Le vecchie corpora- • 14 Bibliotecaginobianco

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