• della migliore borghesia milanese cui appartenevano i redattori del giornale e i loro amici, cioè i lettori; il fatto è che essi non riuscirono a scalfire il co11formismo o ad attrarre l'effettivo interesse dell' ambie11te sociale in cui il giornale veniva diffuso e che accettava Il Paradosso più per amicizia per i suoi redattori che per adesione alle idee che vi erano esposte. Il giornale restava· così legato mani e piedi a quei redattori che l'ampiezza delle loro relazioni mondane erano in grado di garantire una certa diffusione; alcuni di essi tra l'altro approfittavano della situazione per pubblicare i loro più assurdi parti letterari. Il tentativo di avviare un discorso politico di una certa serietà si concluse con le dimissioni dopo il terzo numero di un gruppo di collaboratori, già esuli per analoghe ragioni da Ore 12 15 • Nel '57 il gruppo di redazione superstite accettò alcuni nuovi collaboratori 16 , che introdussero una accentuata prospettiva sociologica nella trattazione degli argomenti, e un'impostazione di 'libero dibattito' quanto all'indirizzo politico. Su queste linee Il Paradosso, sotto la direzione di Ettore Albertoni, è andato avanti fino a oggi, si è ril1novato quasi completamente nei lettori e nei collaboratori, è riuscito ad avere una certa risonanza negli ambienti politicoculturali milanesi, attirando l'attenzione della stampa ufficiale, specialmente per merito di una incl1iesta sulla cc generazione degli anni difficili » che l1a ottenuto la collabora·zione di nu1nerosi .e noti pubblicisti e uomini politici. Nella sua ultima annata (1959-60) questa rivista è riuscita a eliminare quella dispersione delle idee, derivante dalla mancanza· di una linea programmatica unitaria e dall'eccessiva varietà dei temi che sembrava· essere il suo principale difetto. Il Bastardo, che nacque dalle ceneri di Ore 12, si autodefiniva « giornale di battaglia ». Il suo nome e questo sottotitolo gli valsero l'ostilità della Questura di Milano cl1e negò l'autorizzazione al prjmo numero, il quale uscì infatti a Monza. Il modello non era più Il Borghese; gli ex collaboratori di Ore 12 incominciavano a sentire i limiti della battuta longanesiana e si rifecero piuttosto a una impostazone bellicosa e velleitariamente iconoclasta·, tipo Lacerba. Vi si potevano ancora trovare frasi come cc lo scrigno della nostra generazione » ; d'altra parte si aveva paura di atta'ccare il Papa, gli industriali, il governo, 15 M. Pacifico, L. Bernardi, G. Crivelli, P. Macchi. 16 A Roberto Pesaro, Achille Mauri, ed altri del vecchio gruppo si aggiunsero Ettore Albertoni, Ezio Antonini e Renato Palmieri, che ancora oggi sono i principali animatori della rivista. • 107 Bibliotecaginobianco
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