Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

numero di argomenti, ma fu comunque un avve11jn1ento positivo poiché ebbe il merito di sancire ufficialmente il ripudio della formula del giorna·- lino studentesco basato sul pettegolezzo e sull'umoris1no di tipo goliardico. Con l'anno scolastico '53-'54 i giorna'li e le associazioni studentesche - si moltiplicarono in tutta Italia in modo imprevisto. Perfino da parte del ministro della Pubblica Istruzione, on. Martino, si prestò attenzione al fenomeno e in una circolare del 4 marzo del '54 lo si giudicò degno di ogni incoraggiamento 5 • Milano si trovò così con parecchi anni di esperienza alle spalle, all'avanguardia di tutta la stampa giovanile ita- , liana. Tuttavia la situazione non era· più rosea come l'anno prima : Risorgimerito e Prob1emi non esistevano più, Corriere 4 studeritesco aveva ridotto notevolmente la sua diffusione ed era calato di tono; la stampa di istituto soltanto resisteva, anche se meno viva·ce di prima; per una sua iniziativa si tenne nel febbraio del '54 il secondo convegno lombardo della stampa studentesca, nella cui mozione conclusiva si affermava tra: l'altro che uno dei compiti della stampa di istituto era lo studio dei problemi della riforma della scuola. Intanto l'accresciuta importa11za assunta· dai giornali studenteschi in Italia, e di conseguenza l'aumentata attenzione dei partiti per questo fenomeno, po1tavano nell'aprile del '54 al primo Convegno nazionale della stampa studentesca, che si tenne a Bologna; i milanesi, in disaccordo sulla opportunità stessa del convegno, parteciparono come sen1plici osservatori 6 • La differenza di maturità tra i delegati provenienti da tutta Italia e gli ' osservatori' si vide subjto; gli argomenti trattati 1953. Sul convegno vedi inoltre: Sn..VIo BIA.i~CARDI, Gazzettieri a convegno, in « La Zanzara », Milano, maggio 1953 e L'I 101 CRETO, Discorsi in scatola per la stanipa studentesca, in « Rjsorgin1ento », Milano, maggio 1953. s La circolare Martino dice tra l'altro : cc Ora sotto questo favorevole aspetto vanno considerati i giornali di scuola o di classe, quali manifestazioni di attività autonoma degli alunni, ricche di indicazjoni sulla loro fon11azione ed H loro orientamento. In essi la scuola deve ricono cere una libera spontanea espressione degli interessi più genuini dei giovani, un nuovo mezzo cioè, che a quelli consueti utiln1ente si aggiunge per arricchire e rafforzare il suo potere educativo. Capi di istituto ed insegnanti rispettino quindi, e preservino la libertà e la spontaneità di queste iniziative; non le ignorino nè le scoraggino con le strettoie di autorizzazioni e di controlli e tanto meno le vietino, ma dimostrino fiducia verso i giovani autori di questi giornali scolastici ed effettivo interesse per ciò che essi pensano o scrivono » . 6 Per maggiori particolari su questo convegno vedi Lmc1 PEDRAZZI, Politica ed educazione nel movimento studentesco, in ,e Il Mulino », Bologna, giugno 1954, da cui abbiamo tratto la maggior parte delle notizie qui brevemente riportate. 101 Bibliotecaginobianco

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