Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

La presenza degli intellettuali nella guerra di Spagna costituisce perciò un problema storico a sè stante. Essi hanno parte di dirigenti politici, di propagandisti, di combattenti, ma agiscono in funzione di interessi ideologici dei quali essi stessi sono portatori, non sono nella generalità dei casi al servizio - questo il dato caratteristico - di una -ragion di stato. Essi rappresentano in quel momento la coscienza che la loro epoca ha delle proprie contraddizioni e la volontà di superarle, e sotto questo aspetto vedono meglio e più lontano che non i miopi realisti politici, responsabili della diplomazia anglo-francese. cc È impazzito if mondo - si domanderà a questo proposito Matthews, in un suo libro dal prof etico titolo : Due guerre e altre a venire __. o siam noi giornalisti e scrittori a predicare in un deserto d'indifferenza e d'ignoranza? » (p. 262). Estremamente largo e rappresentativo è perciò l'arco delle tendenze ideologiche presenti nella guerra dalla parte della Spagna repubblicana. Eredi della tradizione liberale e democratica europea ed americana vi affermano la necessità di svincolare da ipoteche classiste, assumendo posizione di punta nella lotta contro il fascismo, i valori umani e civili della democrazia occidentale. Socialisti di lunga milizia, primi tra essi quelli della emigrazione italiana, tentano di rovesciare il corso di una storia di debolezze, di opportunismi e di disfatte del socialismo internazionale, rendendo ad esso il perduto prestigio e restituendolo alla sua funzione. Anarchici di ogni paese vedono lì realizzarsi il sogno di una rivoluzione libertaria. Neofiti del comunismo, presentatosi ormai dopo una cla1norosa svolta come il difensore delle libertà tradizionali contro il fascismo, vedono nella posizione del comunismo internazionale di fronte alla Spagna la ri97 BibliotecaGino Bianco prova che in Mosca ormai riposano le speranze di libertà e di pace dei popoli. Finanche tra i vecchi militanti dello stalinismo sovietico, i soli sui quali gravino compiti ben precisi, che li rendon refrattari ad ogni ingenuo idealismo rivoluzionario ci son quelli che sentono quanto di capacità creativa c'è nel movimento popolare che di propria iniziativa si arma e combatte, e respirano in quell'ambiente un'aria di internazionalismo autentico, languente ormai nella patria della rivoluzione; e non è caso che non pochi dei russi presenti in Spagna in funzione di propagandisti, di tecnici, di politici, richiamati in patria, spariranno nel corso delle epurazioni staliniane. Stephen Spender, scrittore e giornalista londinese, in una sua pagina autobiografica, così esprimeva, in forma immaginosa ed efficace, il richiamo che la Spagna aveva esercitato sulle coscienze degli uomini liberi : cc In poche settimane la Spagna era diventata il simbolo della libertà per tutti gli antifascisti. Offriva al XX secolo un 1848; cioè un tempo e un luogo nel quale una causa che rappresenta un grado di libertà e di giustizia più alto di quella, reazionaria, che gli si oppone, riusciva ad ottenere vittorie. Divenne possibile vedere la lotta tra fascismo e antifascismo come un reale conflitto di idee e non solo come una vicenda di dittatori che strappano il potere a deboli oppositori. La Spagna innalzò il destino degli antifascisti dalla condizione di patetica catastrofe all'altezza della tragedia » (p. 254). Garosci è stato tra quelli che hanno visto a suo tempo nella Spagna il simbolo della libertà, e per essa ha combattuto nelle file del movimento del suo grande amico Carlo Rosselli. Nel suo libro l'esperienza personale non traspare se non dalla conoscenza puntuale e pre-

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