giare soltanto con coloro che affrontano l'esame nel medesimo luogo. Può darsi bensì che un suo collega, egualmente preparato, presentandosi in un'altra provincia abbia la fortuna di imbattersi in una situazione più propizia, ove la media dei concorrenti abbia una più modesta preparazione, e dal canto suo la commissione sia più « larga di ma11iche »; tuttavia egli deve competere solo con i concorrenti della medesima provincia, e non deve poi temere di essere eventualmente scavalcata nella graduatoria finale da un concorrente esaminato in una altra provincia. Invece, per i concorsi a cattedre di scuole medie, cc dopo l'espletamento delle prove di esame il Comitato dei Presidenti si riunisce presso il Ministero, per procedere alla valutazione dei titoli, limitatamente ai candidati che abbiano riportato nelle prove di esame la votazione totale minima di 7 /10, con non meno di 6/10 in ciascuna prova, per compilare le graduatorie uniche » : così il testo dell'art. 8 come è stato approvato dalla VI Commissione del Senato. I concorrenti esaminati in una sede o ·e per motivi diversi (migliore preparazione della massa, maggiore severità degli esaminatori) l'assegnazione dei voti avvenisse con un criterio più restrittivo, sarebbero danneggiati, e si vedrebbero scavalcati, in sede di graduatoria unica nazionale, da altri meno valenti di loro, ma che hanno avuto la buona sorte di concorrere in una sede ove, per i motivi opposti ai precedenti (mediocre livello culturale medio dei candidati e minore severità della commìs- , sione ), fosse risl1ltato relativan1ente più facile ottenere buoni punteggi. Anche la collettività nazionale ne sarebbe danneggiata: un certo numero di cattedre sarebbe vi11to da elementi non proprio ottimi o almeno (facciamo l'ipotesi migliore) non sarebbero gli elementi più meritevoli in se11so assoluto ad entrare nel cc numero chiuso » dei posti . messi a concorso. Escludiamo di proposito un'ultima ipotesi, che il decentramento delle· sedi di esame intenda favorire i candidati, evitando loro la noia e la spesa di t1n ll1ngo viaggio a Roma: in un tempo in cui le comunicazioni diventano sempre più rapide e comode, e la gente si sposta sempre più facilmente e per distanze sempre più lunghe a scopo di turismo, una considerazione simile è senz'altro da respingersi. Se lo Stato ritiene doveroso evitare spese ai suoi cittadini che si presentano ai concorsi, vi provveda altrimenti, magari ammettendo al « trattamento di missione » coloro che, avendo superato le prove scritte, debbono recarsi a Roma per il successivo colloquio. Se poi taluno replicasse cl1e recarsi dal Piemonte o. dal Veneto o dalla Sicilia a Roma, 93 BibliotecaGino Bianco
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