Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

bandito 11el 1951 su 5000 candidati presentatisi alle prove scritte soltanto 149 furono ammessi agli orali) si sono sempre protratte per settiinane o per mesi; di qui molte lagnanze per la lentezza e la macchinosità dei concorsi. È probabile che l'attuale decentramento previsto dall'articolo 8 intenda ovviare all'inconveniente; ma in questo caso il rimedio ci pare assolutamente inadatto, e foriero invece di possibili danni alla scuola in genere e ai candidati meritevoli in ispecie. Ancora una volta si constata qui che non è possibile trattare la scuola come una qualunque amministrazione dello Stato; e i metodi che possono essere buoni per reclutare gl'impiegati delle Finanze o dell'Agricoltura o di qualsiasi altro dicastero non lo sono affatto per scegliere i professori delle scuole medie. Innanzitutto il decentramento non arrecherà risparmio di tempo, nè sveltirà la procedura. Già nei concorsi fin qui svolti, quando il numero dei candidati era alto, il Ministero procedeva a nominare commissioni con molti membri, che poi si suddividevano in sottocommissioni, e procedevano ad interrogare contemporaneamente più candidati sulla stessa materia. Che tali sottocommissioni d'ora in poi si chiamino commissioni, e anzichè lavorare a Roma a gomito a gomito lavorino a Torino e Padova e Bari e Palermo, lontane tra loro, senza la possibilità di scambiarsi le impressio11i e di concordare quotidianamente i criteri di valutazione, non servirà certamente a rendere più celere e più agevole l'adempimento del dovere: se mai potrebbe verificarsi il contrario. I candidati interrogati non potranno mai essere più di un certo numero ogni giorno per ciascuna commissione; i lavori potrebbero essere sveltiti solo aumentando il numero delle commissioni; ma allora tanto vale accrescere il numero dei commissari dell'unica commissione centrale, in modo che poi si creino più sottocommissioni. La più seria critica mossa negli anni scorsi alle Commissioni troppo abbondanti di membri fu che la suddivisione in sottocommissioni rendeva ardua l'adozione di un criterio unitario di valut!1zione sia degli elaborati sia dei colloqui; ci si lamentava cioè del rischio, tutt'altro che improbabile, che due candidati col medesimo livello di preparazione, venissero giudicati con differente punteggio: rischio gravissimo, giacchè qui non si tratta di superare un esame qualsiasi ove anche tutti potrebbero essere approvati, ma di vincere un concorso, cioè di entrare in un cc numero chiuso »: chi non v'entra, quand'anche abbia ottenuto ottimi voti, resta senza cattedra, e deve rifare tutto da capo, magari dopo qualche anno. E poichè in un concorso basta una frazione 89 BibliotecaGino Bianco

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