Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

sono costituiti per promuoverla o affiancarla, si riuniscono rappresentanze di tutti i partiti. È quanto accade .a Grottaminarda: anzi, il prof. De Placido, segretario locale della Democrazia Cristiana, espresse senza mezzi termini il suo pensiero nel corso di una intervista: « Solo chi vive dello sfruttamento delle campagne può desiderare di mantener in piedi questo gravame che forse un gjomo può avere avuto un senso, ma che oggi certo non ne ha più. Un tempo infatti qualcuno - per esempio il proprietario di un pozzo - p·uÒ aver imposto la taglia: se vuoi l'acqua m.i devi dare il grano. Ma oggi non e' è più quel pozzo mentre resta solo la ta1glia. Io sono per il progresso, per la modificazione delle struttl1re e per la moralizzazione dell'opinione pubblica, e quindi sono per l'abolizione dei censi »5 • Ad aggravare poi la sensazione di ingiustizia che si accompagna al pagamento dei censi (la cui questione nell'ambito dell'istituto enfiteutico, è_ ra,dicata1 nella evoluzione storie~ e sociale dei paesi del Meridione con tutta una serie di intricati sviluppi e di liti) concorre il fatto che il diritto alla riscossione avviene in base a consuetudini ormai estinte, di cui non esistono neppure più i titoli in seguito alle leggi sull'eversione della feudalità e sull'abolizione degli usi ecclesiastici. Spesso il censo scadde a sopruso : la Chiesa\ nei secoli XV e XVI, dovette intervenire tramite i suoi Pontefici per tutelare l'istituto dell'usura esercitata da laici ed ecclesiastici: « Colui che possedeva, e non volendo alienarlo, un piccolo fondo o la sola casa di abitazione di sua famiglia· o che fosse soltanto un modesto artigiano, aspirante a migliorare la sua officina, la sua industria, la' sua azienda, sotto la pressione assillante del bisogno, non riusciva a proc11rarsi denaro, se non vendendo un censo, ossia costituendo sul fondo, sulla casa o sulla stessa personale sua attività lavorativa un censo consegnativo, ossia una rendita temporanea o perpetua·, in favore di chi, accettando di acquistare quel censo, gli avesse sborsato i quattrini. E la costituzione si stipulava alle condizioni che più fossero piaciute imporre a chi deve il danaro. Condizioni a volte tristemente usuraie » 6 • Come allora, fatte le debite differenze, anche oggi - secondo un diffuso malcostume q11elli cl1e hanno interessi da tutelare aggravano la confusione tra il « diritto » al censo e l'ingerenza spirituale. 5 Intervista pubblicata sull'Unità del 15 maggio 1960. 6 RICCARDO RAIMONDI, op. cit., pag. 66. 84 BibliotecaGino Bianco

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