Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

striali, si affiancò, da allora in poi, il profitto delle imprese che mani-- polavano sul posto i prodotti della terra. È questo senza dubbio il fenomeno più interessante della recente storia dell'economia salemitana. L'innato senso degli affari, tipico delle classi nuove, distribuì gli sforzi degli imprenditori in settori produttivi più elastici e perciò più remunerativi. L'indt1stria conserviera e quella del tabacco ebbero carattere stagionale; richiesero perciò investimenti minori e trovarono sul mercato off.erta di 1nano d'opera maggiore perché non qualificata e perciò a costo più basso di qu·ello occorrente per le industrie a struttura rigida e a ciclo integrale. Si ebbero così l'arricchimento rapido di nuovi imprenditori e la concentrazione di cospicui capitali nelle mani di un ristrettissimo gruppo di persone; ma il fenomeno nel complesso presenta aspetti positivi e non è stato esso a causare il decadimento delle altre industrie tradizionali. Esso ha allargato i confini della città in provincia, creando le infrastrutture per il progresso dell'economia rurale e la stabilizzazione di una borghesia industriale indigena; non ha sottratto capitali alle vecchie industrie perchè prima i capitali o non esistevano affatto o invariabilmente si dirigevano al consumo. Le nuove industrie connesse all'agricoltura oggi si sono sviluppate 11 , hanno incrementato i cicli di prodt1zione, immettono su mercati esteri e nazionali una gamma di prodotti ricercati, sostenuti da un battage pubblicitario che cresce in efficacia e volume; hanno poi ampliato e ammodernato gli stabilimenti utilizzando circa 5 miliardi concessi dall'Isveimer fino a tutto il '58. E tuttavia esse non sono riuscite ad assorbire la pletora di disoccupati e licenziati. Nè del resto vi riescono le iniziative avutesi negli altri settori con finanziamenti dello stesso Isveimer e del Ba11codi Napoli. Alla fine dello stesso '58, questi due enti avevano erogato complessivamente, a favore dell'industria salemitana, 10 miliardi e 490 milioni, di cui circa la metà per nuovi impianti. Il 36 per cento circa è andato a finanziare imprese nel capoluogo, dove una sola manifattura per abiti in serie, dovuta all'iniziativa di Marzotto, ha assorbito un miliardo e 300 milioni. A Salerno l'iniziativa fa difetto più del capitale. I soli interventi 11 L'esportazione dalla provincia di prodotti conservati verso mercati esteri è aumentata soprattutto per i pomidori, che, dal 1952 al 1957, per le qualità pelati e concentrato, hanno fatto registrare rispettivamente questi indici, espressi in mimigliaia di quintali: 8.116; 8.741, 7.998, 7.483, 7.753, 10.201; 6.977, 13.577, 17.987, 31.339, 20.843, 22.315. 57 Biblioteca Gino Bianco

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