Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

Nello stesso anno '58 si è avuta la massima eccedenza dei nati morti (1411) e 2293 persone hanno lasciato la città, mentre 4317 vi hanno fissato la residenza. Questa cifra si è mantenuta pressocché costante durante tutto il dopoguerra. Il boom demografico, che ha investito la città in tali proporzioni, ha rischiato d'altra p•arte di congestionarne la vita. Il flusso migratorio dalla provincia verso il capoluogo ha colto di sorpresa la classe dirigente locale, dimostratasi incapace di far fronte a un fenomeno di tali dimensioni. Non è stato preparato un piano regolatore per l'edilizia e un programma - con piani direzionali a breve e a lunga distanza - per un generale incremento della produzione. L'insediamento degli immigrati, infatti, implica un problema urbanistico ed esige perciò piani di sviluppo, antivedenti le dimensioni del fenomeno per apprestare adeguati strumenti d'intervento. Ma proprio questa esigenza, di una politica urbanistica, è sfuggita, come si è detto, alla classe dirigente locale, praticél;mente tutta democristiana, la quale non si è interessata al flusso migratorio verso il capoluogo neanche da un punto di vista di stretta politica elettorale (solo recentemente, per quanto riguarda il problema dell'emigrazione verso i paesi transoceanici, e soprattutto la qualificazione professionale di essa, si è avuto un importante intervento del CIME) 5 • La pigrizia mentale degli urbanisti locali si è, d'altro canto, accompagnata alla arretratezza della classe dirigente, quando vi erano invece i presupposti per t1na pianificazione organica, rispettosa dei principi fondamentali dell'urbanistica più illuminata. Sul suggestivo e peraltro indifeso bersaglio offerto dalla mancanza di una politica urbanistica l'opposizione l1a appuntato il tiro, senza però uscire dalla polemica occasionale, tanto che si può tranquillamente affermare che fino a_qualche anno fa il problema d,ell'insediamento degli immigrati a Salerno non è mai ufficialmente esistito. L'opinione p~bblica, anche quanto si è interessata alle critiche dell'opposizione, ha 5 È stato costruito su un'area di 46.000 mq. un istituto per la qualificazione degli emigranti. Potrà essere frequentato da 740 operai (tornitori, fresatori, aggiustatori, elettromeccanici, elettronicisti, modellisti in legno, meccanici motoristi, muratori, carpentieri, ferraioli, falegnami, tubisti, elettricisti). I corsi hanno la durata di sei mesi e seguono il metodo del « Bureau internationa] du travail »; vengono impartite anche lezioni di lingue estere. L'officina meccanica è dotata di 100 torni, 20 fresatrici, 16 limatrici, 26 smerigliatrici, 10 affiliatrici, 28 trapani, 4 fuochi da fucina, 2 forni elettrici, 4 piegatrici, 4 bobinatrici. Vi possono accedere i lavoratori disoccupati celibi, tra i 18 e i 28 anni, con almeno la licenza elementare. 52 Biblioteca Gino Bianco

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