Editoriale Sono venute dalla Sicilia due indicazioni politiche da non sottovalutare: l'una riguarda l'attività dei giovani democristiani, l'altra la funzione che l'unico esponente socialdemocratico nell'Assemblea regionale va svolgendo in modo esemplare dal giorno in cui l'Assemblea è stata eletta. Alla base delle iniziative dei giovani democristiani di Agrigento - iniziative dirette a ottenere,- sia da Palermo, sia da piazza del Gesù a Roma, che si ridiscuta tutta la situazione siciliana, per intervenire senza ulteriori indugi sulle molte piaghe che si vanno allargando ed aggravando - c'è un f enno atteggiamento antifascista che potrebbe e dovrebbe trovare proseliti anche nelle altre province. E comunque questo atteggiamento dei giovani democristiani di Agrigento rende quanto mai scomoda la posizione di quegli esponenti della sinistra democristiana che fanno ancora parte del governo regionale aperto a destra. Inoltre, è un atteggiamento che dovrebbe suscitare numerosi, attivi consensi tra le fila del partito di maggioranza in tutta Italia, fra tutti coloro che hanno considerato inaccettabile la situazione che si era creata a Roma e che hanno vinto una prima battaglia quando sqno riusciti a rovesciare il gòverno Tambroni: i giovani democristiani di Agrigento inducono, cioè, a non dimenticare che la seconda battaglia dei democristiani antifascisti comincia in Sicilia e. deve svolgersi in tutto il Mezzogiorno. E in questo senso non si può non trarre una qualche ragione di relativo conforto da notizie che rivelano come la DC in Sicilia non è costituita soltanto da personaggi politicamente assai discutibili, come Santalco e D'Angelo, ma anche da forze nuove che alle imprese dei personaggi sullodati risolutamente si oppongono; e come la DC nel Mezzogiorno non è soltanto aff Zitta dai « casi di coscienza » dei De Martino e dei Berry, dei Jannuzzi e magari dei Mattarella, se 3 BibliotecaGino Bianco
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