sere messo in vendita e stampato il 25 febbraio 1946, per rendere omaggio a Benedetto Croce, che quel giorno compiva ottant'anni. La pubblicazione dagli intenti augurali fu realizzata all'insaputa del filosofo illustre che precedentemente aveva reso noto che lui non voleva saperne di celebrazioni e di festeggiamenti, con qt1este parole: « Nel presente periodo, così incerto e penoso per l'Italia, tali manifestazioni varrebbero unicamente a farmi sentire e misurare in modo più pungente e doloroso la pochezta del singolo uomo di fronte ai grandi compiti ai quali solo la concorde volontà, la tacita intesa e l'opera tenace del popolo tutto possono soccorrere ». Nel commentare questa dichiarazione in qt1el numero del cc Risorgimento » di cui soltanto gli amici di Croce conobbero l'esistenza, Floriano Del Secolo scriveva: cc A me sono tornate alla mente spontanee altre parole scritte cinquant'anni or sono da Carducci. Si preparavano festeggiamenti per il matrimonio dell'allora Principe di Napoli, in giorni di tristezza per l'Italia sconfitta ad Adua, ed il Carducci, sollecitato a dare la sua adesione, opponeva: cc Non prendo parte a dimostrazioni. No, non feste: In fin che il danno e la vergogna dura, non gridiamo, non cantiamo, non saniamo troppo; che il vento non, rechi un'eco de le nostre allegrie là nelle solitudini africane » . · cc Diverse le parole, in Croce - proseguiva Floriano Del Secolo, allora direttore del ' Risorgimento ' - come di consueto, di ·una serena pacatezza, in Carducci, di una crt1cciata veemenza. Il sentimento che le muove, il medesimo : la tristezza per le sventure della patria, che non consente di volgere lo sguardo altrove nè di accogliere nell'animo pensieri di altra natura. Tristezza, accorata, ma forte, senza oste11tazione, aliena dalle impotenti querimonie, animata di fede. Comuni ad entrambi, al filosofo e al poeta, la ripugnanza di ogni atto che possa essere sospettato di vanità importuna; ript1gnanza diventata norma di vita, sì da far sentire agli amici devoti un sacro orrore per gli elogi dozzinali, sempre pronti sulla bocca dei ' pappa 1galli lusingatori ' di buona memoria carduccia11a. A quale scopo accostarsi ad uomini di tale tempra per dire loro ciò che essi già intt1iscono nel silenzio degli amici e ammiratori, noti ed ignoti? ». Fin qui Floriano D-el Secolo ed il SllO commento. Quello che nel titolo di testa del finto giornale veniva definito, non senza intenzioni rispettosamente scherzose, cc Il gran rifit1to di Croce », sembra fatto apposta per ricordare (per contrasto) che i11genere costante e fastidiosa. è la pressione che esercita sui giornali la vanità di personalità della politica, della cultura o dell'arte. Col rapido deterioramento che l1annon subìto negli ultimi anni il senso dell'autocritica e quello della misura, è difficilissimo oggi trovare un uomo dotato di una qualche notorietà il quale non chieda di essere messo in vetri11a non appe11a se ne presenti la più futile e trascurabile delle occasioni. E questo accade probabilmente più spesso che altrove a Napoli dove si direbbe sia stata del tutto dimenticata la lezione di Benedetto Croce al quale 110n è escluso che alcuni serbino rancore proprio perchè, fìncl1è I-'ui visse, 44 Biblioteca Gino Bianco I
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