Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

Banditismo e no Lunedì, 16 luglio, un commerciante sardo - prigioniero di un pugno di criminali sardi, che lo avevano sequestrato a scopo, si badi, di lucro e non di vendetta - è stato ritrovato ucciso barbaramente in regione « Sa Làcana » : vocabolo, che significa « il confine », essendo essa infatti situata tra il territorio di Mamoiada e quello di Orgosolo, epicentro di altri misfatti non troppo lontani, che comincia tuttavia a perdere il suo primato a giudicare dai crimini che si stanno registrando in contrade persino del sud, dove il terreno è meno accidentato e l'ambiente non ha: una tradizione delinquenziale. Un" esecuzione, quest~ultima, raccapricciante: all"ostaggio è stata schiacciata la testa con un masso. L'intera Sardegna, le popolazioni barbaricine sopra tutto, sono insorte inorridite e si augurano che gli assassini cadano nelle mani delle forze dell'ordine, le quali già da quelle ore fatali li stringevano in cerchio. Alcuni pastori sono già sotto arresto e sembra gravino su di loro non semplici sospetti, ma· chiari elementi di prova. Come s'è detto, questo sequestro di persona, conclusosi tra·gica1nente, è stato dettato esclusivamente da spirito di lucro. Nei casi in cui, come in qt1esto, è assente la spinta della vendetta, i ricattatori, di norma, sono impazienti di ricevere la taglia o anche parte di essa; con altrettanta premura di liberare l'ostaggio - oggetto per loro di pericolosa caccia da parte dei carabinieri e della: polizia - quanta ne ha la famiglia dell'ostaggio di riaverlo incolume. Donde da part'e di questa lo scopo principale e immediato e l"ansia di entrare o direttamente o per intermediari in contatto e in trattative coi ricattatori, e insieme la segretezza da ambo le parti, e la preoccupazione di eludere il pedina1nento delle forze dell"ordi11e; le quali, rigorosamente ostili a scendere al benchè minimo patteggiamento coi criminali, vorrebbero portar~ felicemente a termine !"impresa di liberare l'ostaggio e al tempo stesso di arrestare i sequestratori. In questo drammatico gioco resta permanentemente in pericolo la vita dell' osta·ggio. Si rimane tutti con l'animo sospeso in attesa di conoscere la fine del dramma: fine, che in molti casi - come dice l'esperienza - sarà a lieto fine; in altri pochi, tragico e, come in· questo, quasi eccezionalme11te, di esecuzione ferina. Resta da pensare, data l'assenza della vendetta, e ad arguirlo anche dall'incertezza dimostrata dai loro accoliti operanti nelle trattative, che si siano abbandonati alla matta bestialità 11ell'imminenza di essere catturati dalle forze dell'ordine, e che deliberatamente abbiano soppresso l'ostaggio nella maniera più. barbara, ma la più conveniente per loro, nella maniera cioè silenziosa: una fucilata, infatti, o un grido dell' ostaggio li avrebbero dati in mano agli armati che li stringevano d'assedio da vicino. Ciò premesso, è da chiarire che questo crimine efferato rientra nel1' attività cc normale » della malavita in qua·nto è privo della caratteri37 Biblioteca Gino Bianco

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