Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

(la percentuale delle n~scite comincia a seguire quella delle morti nel suo declino) sviluppa nei suoi membri tipici un carattere sociale la cui conformità è assicurata dalla loro tendenza ad acquistare presto nella vita un complesso interiorizzato di fini (società a direzione interiorizzata). Infine la società caratterizzata da un incipiente declino della popolazione sviluppa nei suoi membri tipici un carattere sociale la cui conformità è assicurata dalla loro tendenza ad essere influenzati dalle prospettive e preferenze altrui (società eterodiretta)» (Riesman, op. cit., p. 13). · Ma la distinzione delle società secondo lo sviluppo demografìco si armonizza con quella attuabile sulla base della divisione di Colin Clark tra sfere primarie, secondarie e terziarie dell'economia. Nelle società caratterizzate da un forte incremento demografico domina la sfera primaria (agricoltura, caccia, pesca, lavoro estrattivo); in quelle nella fase di transizione domina la attività secondaria (manifatture); allo incipiente declino della popolazione corrisponde l'attività terziaria (comunicazioni e commerci, servizi di pubblica utilità). Applicando alla situazione europea tale schema interpretativo ne risulterà che il primo tipo di~società prevale nel Sud agricolo, il secondo nell'Europa di N.O. e nel centro, la terza nei grandi agglomerati urbani dell'Europa di N.O.; ma ha fatto la sua prima apparizione nelle aree urbane statunitensi. Situazione demografica e strutture economiche costituiscono però solo una parte delle condizioni consensuali alla formazione del carattere sociale; ad esse va aggiunta l'opera di genitori, insegnanti e mass-media. La lotta caratteriologica, che procede anche a livello internazionale (si pensi ai paesi nella fase di declino demografico e al loro complesso ambivalente di interesse-timore per quelli ad alto ·potenziale di crescita: il caso della Cina), è naturalmente presente nell'ambito delle nazioni in cui, ai diversi stadi di sviluppo· regionale, corrisponde un carattere sociale che lo riflette. È qui che la situazione italiana si presenta con un particolare peso ed una particolare fisionomia: non esistono gruppi ristretti che, come nel caso dei negri o dei bianchi poveri del Sud agricolo degli U .S.A., possiamo definire eterogenei rispetto al resto della società; ma la metà del territorio e più della metà della popolazione è fortemente differer1ziata rispetto all'altra metà. La lotta caratteriologica che, coerentemente alla situazione economica e demografica, tiene il centro della scena italiana è appunto quella fra direzione tradizionalistica e · direzione interiorizzata. La definizione delle società a direzione tradizionalistica, che David Riesman ci fornisce, è calzante alla cc civiltà contadina » : esse « si distinguono per la loro relativa lentezza di cambiamenti, la loro dipendenza dalla famiglia (in confronto ad epoche più tarde) per il compatto sistema di valori» (Riesman, op. cit., p. 19). In tali società manca, o spunta in forme sclerotiche, la nozione della possibilità di cambiare carattere o ruolo; la mobilità sociale è dunque minima, imparando l'individuo ad affrontare la vita con l'adattamento non con l'innovazione. 30 Biblioteca Gino Bianco

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