Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

I L'Italia in due La ricorrenza centenaria dell'Unità d'Italia rafforzera ulteriormente il meccanismo di censura di quanti si ostinano a credere più che formale quella unità che è solo geografica e politica. Persiste cosi uri atteggiamento che, se aveva ragione di esistere quando ancora giovane era la nazione italiana, non si giustifica più nel suo carattere sacrale ed è, in fin dei conti, un ostacolo alla comprensione dei contrasti e quindi un elemento ritardatore della loro soluzione. L'indagine che ci proponiamo di svolgere nasce da un interesse per la dinamica del pregiudizio etnico la cui analisi genetica richiede, per la interdipendenza dei fenomeni della vita associata, una ricerca più vasta, comprendente la situazione demografica ed economica, che ci conduce per forza di cose a nuovamente sottolineare la presenza di due culture, di due caratteri sociali diversi, di due Italie nell'Italia 11azionale. Crediamo necessario premettere che del fenomeno sono state considerate le manifestazioni più estreme, selezionate per comodità di indagine e per meglio porre in risalto le differenze. Certi antagonismi fra Nord e Sud, per una sorta di legge di Gresham, non sembrano scemare. L'atteggiamento etnico prevenuto resiste a tutti i livelli: dall'uomo della strada ai manipolatori dell'informazione, e a volte in forme di particolare acutezza. Pochi per esempio sapranno che le regole del saper vendere comportano la presenza al banco di impiegati dall'accento settentrionale: eppure i reclutamenti di personale che grandi magazzini milanesi compio110 seguono un vero e proprio criterio di discriminazione, fondato sugli accenti; quelli meridionali in torto di essere sbavati di vocali e di riuscire affatto repellenti al cliente. Ma a noi non interessa la polemica risentita a cui sarebbe facile dar corda; ci preme piuttosto una spiegazione razionale del pregiudizio etnico in vista di una possibile soluzione del contrasto che divide psicologicamente l'Italia. I pregiudizi etnici, vera e propria xenofobia, l1anno origine dalla frizione fra società che, estrinsecandosi in ideali e costumi diversi, ideali e costumi a cui gli individui sono emotivamerite legati, non tollerano e la deviazione da essi e il contatto con gli altri gruppi_ etnici, che si traduce, sul piano psicologico, in una vera e propria frustrazione. Si urtano diversi caratteri sociali che, con Riesman, definiamo come « quel grado di conformità che la società si assicura da parte degli individui che la formano» (D. Riesmann: La folla solitaria, cc Il Mulino », Bologna, 1956, p. 10). Il carattere sociale è in relazione sia con l'indice di incremento demografico, sia con lo sviluppo sociale raggiunto. cc La società caratterizzata da_ un alto potenziale di crescita sviluppa nei suoi membri tipici un carattere sociale la cui conformità è assicurata dalla loro tendenza a seguire la tradizione (società a direzione tradizionalistica). La società caratterizzata dalla crescita di transizione della popolazione 29 Biblioteca Gino Bianco

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