La politica di sviluppo regionale in Gran Bretagna e in Italia· di Luigi Giusso Una prima idea sul · 'tono' dellcr politica inglese di distribuzione regionale dell'industria è fornita dalle parole pronunciate qualche tempo fa .alla Camera dei Comuni dal Presidente del Board of Trade. Egli, alludendo al potere del Governo di controllare la localizzazione dei nuovi impianti attraverso il rifiuto o la concessione dell'Industrial Development Certificate - corrispondente, grosso modo, all'autorizzazione per i nuovi impianti industriali un tempo contemplata dall'ordinamento, ita'liano -, così indicava i propositi del sµo dicastero: « Mi propongo di esaminare in futuro tutte le richieste, sia per nuovi impianti, che per ampliamenti, ancor più severamente che in passato e di estendere la politica attualmente applicata per la zona di Londra e per quella di Birmingham, ad altre parti del paese ove la disoccupazione sia bassa. Riconosco che ciò può significare impedire la· realizzazione di un progetto anche dove, purtuttavia, sarebbe possibile reperire della manodopera: ma vi sono altre zone dove l' esigenza di nuove attività industriali è molto maggiore, e sono proprio queste zone che dovrebbero ·giovarsi di questa decisione ». Sono forse sufficienti queste parole, di u11ministro conservatore, a indicare all' osservatore italiano il diverso atteggia·mento dell'Italia e dell'Inghilterra rispetto ad un tema -· la distribuzione territo1iale dei nuovi investimenti industriali - che pure dovrebbe avere per l'Italia, in relazione alla situazione del Sud, una rilevanza ben maggiore che per l'Inghilterra'. Italia e Inghilterra presentano situazioni di sottosviluppo locale e struttura generale, economica e civile, troppo diverse perchè sia corretto giudicare sullo stesso metro le rispettive politiche di sviluppo regionale. Resta però che in Italia, pur in presenza di disuguaglianze 14 Biblioteca Gino Bianco
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