riale, sia pure su piani diversi in rapporto al principio della sovranazionalità, e risolvendo via via il problema delle relazioni di ciascuno dei « pools » col Mercato comune. Si tratta di cose diverse dalle riunioni periodiche dei ministri europei che propone De Gaulle: è una questione di massima spoliticizzazione dell'organizzazione europea. È, da questo punto di vista, il contrario di ciò che si voleva nel '50: il pericolo maggiore, attualmente, e lo fa temere anche una nota del cc Popolo » { domenica 22 agosto), è quello della tendenza a concepire le organizzazioni europee come strumenti di una politica estera particolare nell'ambito dell'alleanza atlantica e, fatalmente (al contrario di ciò cui si tende), in fu11zione della politica rigida franco-tedesca sul piano mondiale. 3) Problema del Mercato comune. Il nuovo governo italiano sembra considerare preminente su ogni altro problema la necessità di pervenire ad un'intesa con la Gran Bretagna. È una necessità obiettiva. Oltre I tutto, su questo terreno non sono permesse illusioni: l'interesse tedesco - che Adenauer sacrifica momentaneamente soltanto alla « ragion di stato », rappresentata dall'utilità del sostegno di De Gaulle sulle questioni di Berlino e del prezzo della distensione - è quello di favorire l'intesa coi paesi dell'EFT A. Pensare al Mercato comune in contrapposizione permanente alla Gran Bretagna significa preparare inevitabilmente la diserzione tedesca, olandese e belga: il trattato di Roma è di natura tale che, attraverso il gioco delle clausole di salvaguardia, potrebbe essere benissimo formalmente in vigore ma non attuato in pratica. L'accordo con la Gran Bretagna va dunque ricercato; e anche qui l'iniziativa spetta all'Italia, che deve assumersi il c_ompito di fare, in una certa misura, i passi che il governo di Bonn vorrebbe fare ed è, per le molteplici esigenze della sua politica estera generale, impossibilitato a fare. Si tratta in sostanza di riprendere il filo dei negoziati interrotti nel dicembre del '58, quando all'OECE ebbe luogo una delle più drammatiche riunioni diplomatiche che la storia del dopoguerra abbia conosciuto. In quell'occasione stava per essere consumata la rottura definitiva tra la Francia e la Gran Bretagna: e si videro i tedeschi, i belgi, gli olandesi lasciare la Francia sola. L'on. Fanfani, schierandosi all'ultimo momento con la Francia, evitò la proclamazione della rottura~ e il suo fu un gesto meritorio. Ora siamo rimasti a quel gesto: bisogna riprendere il discorso. Su quali basi? Non ci risulta che le ultime proposte concrete della Gran Bretagna fossero così gravi per la natura del Mercato comune da intaccarne le caratteristiche. Su questo punto l'opinione dei tecnici dell'OECE e delle diverse commissioni interessate alla faccenda non 11 Biblioteca Gino Bianco I
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