di pensare a queste parole così appropriate dell'insigne studioso del mondo antico a riguardo di uno degli aspetti (secondario, peraltro) della civiltà romana, meditando, con la guida dell'allucinante documentario sui campi di concentramento nazisti offerto alla meditazione degli ignari da Piero Caleffi e Albe Steiner (Pensaci, uomo! - a cura di Piero Caleffi e Albe Steiner, Feltrinelli editore, Milano, 1960), su quei campi di concentramento che furono di annientamento o sterminio, e che, purtroppo, affidano a memoria terribile con nomi tedeschi (Auschwitz, Mauthausen, Belsen, etc.) i casi di bestialità del nostro tempo. In realtà non soltanto un senso di orrore e di disgusto si prova nella contemplazione di delitti immani come quelli dell' « ordine nuovo » nazista o nazifascista, ma, come per i ludi circensi di Roma antica, ai quali ·erano destinati alcuni dei più insigni monumenti dell'arte romana, si prova altresì un senso di disorientamento per la inverisiglianza di una condotta così assurda e inumana. Disse una volta Winston Churchill, in uno dei discorsi con i quali risollevava gli animi dei suoi concittadini, tesi nello sforzo della guerra contro « la belva umana », che un paragone fra Hitler e Napoleone sarebbe stato cosa assurda: Napoleone, con la violenza della guerra, portava almeno nuovi principii di vita sociale, alcune delle conquiste della r:ivoluzione francese, l'ordine del codice civile; ma Hitler portava solamente gli orrori e le atrocità di una matta bestialità. I campi di concentramento nazisti, che hanno dato vita a una letteratura oramai imponente, costituiscono il più vero e reale, il tipico tra i " frutti del fascismo » o nazifascismo, contro il quale si spuntano e sempre si spunteranno tutti i tentativi di contemporanea o postuma difesa del regime di Hitler e del regime, che poi ad esso si ridusse appendice servile, di Mussolini. Piero Caleffi ha già in un'opera egregia dato un personale, originalissimo e nobile contributo alla letteratura sui campi di concentramento nazisti. Oggi egli, in collaborazione con Albe Steiner, offre un documentario fotografico veramente impressionante, corredato di una perspicua introduzione, in cui non mancano riferimenti molto pertinenti, e che può costituire una fonte di informazione diretta e immediata su quello che fu il nazismo, contro cui combattè la parte migliore dei popoli di Europa e con essi i degni figli della patria italiana, nella eroica Resistenza. Opere come queste hanno capacità di assurgere al rango delle fonti primarie di informazione. « Pensaci, uomo! » è il mònito che costituisce il titolo di quest'opera relativa alle atrocità che consumava il regime nazista che dal 30 gennaio 1933 erasi insediato in terra tedesca, in un potere che non lasciò· se non quando la Germania stessa fu ridotta terra invasa da quattro eserciti nemici e le sue città furono colpite con danni immensi, da nemici che la mente feroce di Adolfo Hitler aveva creduto di potere abbattere in breve spazio di tempo e con scarsi sacrifici del suo privilegiato popolo tedesco. Le parole che sono collocate a guisa di titolo su questo libro di infor126 BibliotecaGino Bianco
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