potenziale di lavoro totale potrebbe essere h·asferito senza che la produzione ne avesse a soffrire. Non prevedendo cambiamenti nell'ordinamento culturale sarebbe perciò l'impianto di industrie o di altre alternative, con richiesta di lavoro sfasata rispetto a quella agricola, che potrebbe in parte alleviare la sottoccupazione. Un cambiamento degli ordinamenti culturali muterebbe invece di molto la situazione. Un livellamento delle punte massime di utilizzazione del lavoro, dovuto ad un ordinamento pluriculturale, aumenterebbe infatti il potenziale di lavoro trasferibile. Il piccolo cambiamento in questo senso ipotizzato dall'Autore raddoppia la percentuale delle unità coltivatrici trasferibili ad altre occupazioni, rispetto a quella possibile senza cambiamento culturale, e permette una migliore utilizzazione del lavoro, riducendo di molto anche la disoccupazione frazionale. Per quanto riguarda la disoccupazione nascosta, la importanza predominante su di essa del fattore terra. disponibile per unità lavoratrice, non costituisce certo una novità; ma serve a mettere ancora una volta l'accento sull'importanza che il problema della ricomposizione delle unità contadine ha per la nostra agricoltura. Questi risultati sono senz'altro importanti e siamo d'accordo con le conclusioni dell'Autore quando afferma che l'indagine mostra u che la sottoccupazione contadina non è un male cui il solo esodo demografico sia sufficiente a porre riparo ». Anzi, l'esodo eccessivo potrebbe pregiudicare u la stessa conservazione del patrimonio produttivo >>, mentre un esodo che non mettesse in pericolo questo pah·imonio ,, lascerebbe insoluta ... la componente più importante della sottoccupazione », quella -stagionale. Pur riconoscendo che la sottoccupazione nelle aziende contadine è solo una parte del più vasto problema della disoccupazione agricola, ci sembra dunque che non si possa non concordare con dell'Angelo nelle sue conclusioni. Ben ne venga l'industrializzazione a creare nuove attività e nuove occasioni di lavoro accanto alla attività agricola. Ma la riorganizzazione della produzione agricola, l'allargamento della sua base terriera ed il suo mercato sono problemi che bisogna affrontare parallelamente a quelli . dell'industrializzazione, se si vuol ottenere uno sviluppo equilibrato, senza quelle frizioni e crisi congiunturali che certo non aiuterebbero l'agricoltura ad uscire dalla crisi di più lungo periodo in cui si trova. [G. C. N.] Architettura e urbanistica NASI - Tentare una definizione precisa della figura professionale dell'architetto appare particolarmente difficile, forse più di quanto non avvenga per le altre professioni; e ciò non soltanto perchè solo di recente si è giunti alla rivalutazione di tale attività come del tutto autonoma nel campo edilizio, al di fuori di ogni interferenza, ma anche per altri motivi più complessi, che possono così riassumersi: 119 BibliotecaGino Bianco
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