potenziale di lavoro che per essere usato in un dato mese resta a disposizione per tutto il resto dell'anno, ed è per molti mesi sottoccupato. Le cause di disoccupazione e sottoccupazione sono da ricercarsi nella mancanza di attività alternative, nelle caratteristiche ambientali e delle varie culture, nonché nel mercato. Ma osservando queste cause si vede quanto esse siano soggette a cambiamenti e ne segue perciò che il g1:ado di disoccupazione e sottoccupazione deve essere inteso in un senso dinamico. In pratica per la sua misura dovremmo limitarci a paragonare diversi gradi di disoccupazione in punti diversi nel tempo, facendo quindi della statica comparata. Una misura veramente dinamica implicherebbe infatti la determinazione di un livello ottimale di disoccupazione, o per meglio dire del livello di disoccupazione connesso alla struttura ottimale che si vuole raggiungere. E ciò da un lato richiederebbe decisioni e scelte soggettive su quale sia la struttura ottimale da raggiungere, ed in secondo luogo rischierebbe di dare risultati poco realistici, ogni qualvolta fosse ipotizzata una struttura ottimale che non fosse realmente possibile, date, non solo le esistenti risorse, ma anche tutti i fattori di ordine sociologico e storico che condizionano lo sviluppo economico in una data direzione. Ma chiarito il concetto di disoccupazione e sottoccupazione, sorge il problema di come misurare il fenomeno. Le alternative sono due: il metodo diretto e quello indiretto. Il primo è quello usato nello studio, e consiste nel rilevare per le singole famiglie contadine sia il potenziale di lavoro in ore che esse possono fornire, sia il numero di ore che sono state effettivamente impiegate. Il rapporto delle seconde alle prime dà la percentuale di occupazione della famiglia, ed il complemento di tale rapporto ci dà la percentuale di disoccupazione. Il metodo indirettto invece, che fu usato nella analisi della disoccupazione contadina dal prof. Orlando (La Produttività del Lavoro Agricolo e lo Sviluppo delle Aree Arretrate, di G. Orlando, I EA, 1957) comporta la stima di funzioni della produzione e quindi la determinazione del potenziale di lavoro necessario ad ottenere una certa quantità di prodotto. Si rileva poi il potenziale di lavoro impiegato in pratica per ottenere la stessa quantità di prodotto, e dal paragone di queste due cifre si ottiene la misura della sottoccupazione. Come si vede il metodo indiretto comporta il calcolo di scale di vqlori e coefficienti, e si può facilmente incorrere nell' errnre che tali scale di valori implichino un cambiamento di struttura che porterebbe ad una valutazione non sempre realistica del fenomeno della disoccupazione. Inoltre il metodo non permette di isolare il fattore stagionale, che è uno dei punti più importanti della presente indagine. Invece il metodo diretto ha il gran vantaggio della semplicità, poiché paragona quantità elementari, come ore disponibili ed ore lavorate. Per queste ed altre ragioni il metodo diretto è stato adottato nello studio di dell'Angelo. Ma anche per la misurazione di quantità elementari sorgono problemi. Il potenziale di lavoro disponibile espresso in ore implica una ponderazione delle ore delle differenti unità lavoratrici, una scala delle ore costituenti una giornata nei vari mesi dell'anno, ecc. Analogamente per le ore lavorate, per le 117 BibliotecaGino Bianco
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