Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

allora le possibili evoluzioni sono due: o il sostegno alla domanda globale viene trovato ,(sotto forma di spese pubbliche, o di nuo,vi mercati esteri), e in tal caso il progresso economico è assicurato nonostante le formazioni monopolistiche, oppure questo sostegno esogeno viene a mancare, e allora il sistema, privo di forze propulsive proprie, cade nel ristagno. La Germania occidentale, ritiene S.L., è un esempio tipico del primo caso; e cioè di un paese a struttura monopolistica in cui la domanda effettiva è sostenuta dalla conquista di mercati esteri. Nella Germania di Bonn, la lotta ai monopoli è rimasta allo stadio di dichiarazione di principio; cc in Germania, come negli altri paesi indush·iali, ... la libera concorrenza oramai è un mito e il laisser faire significa, in economia come in politica, mano libera ai colossi » (p. 154). Secondo quanto si è detto prima, in questa situazione occorre che la domanda globale sia sostenuta da forze esterne al sistema; nel caso della Germania queste forze sarebbero state· le spese pubbliche e l'espansione senza precedenti delle esportazioni. La politica aggressiva della industria germanica sui mercati mondiali troverebbe così la sua logica spiegazione. Gli Stati Uniti d'America sono invece un esempio tipico del -secondo caso, quelio cioè di un paese a struttura tendenzialmente oligopolistica, che non ha ancora trovato il modo di stimolare la domanda globale con la dovuta continuità, e di conseguenza soggiace a periodiche ondate di depressione. Le fluttuazioni economiche dell'America di oggi sarebbero dunque fluttuazioni di struttura, e come tali si differenzierebbero nettamente dal ciclo economico del secolo scorso, che era essenzialmente un fenomeno di congiuntura. Diverso il male, diverso il rimedio; mentre un tempo si raccomandavano interventi caso per caso, secondo l'andamento dell'onda economica, oggi si deve pensare a strumenti correttivi di fondo: << Oggi, scrive S.L., in un'economia come quella americana, altamente industrializzata e con un'industria altamente concenh·ata, non solo le spese pubbliche devono essere mantenute su un alto livello, ma debbono tendere ad aumentare: altrimenti il sistema ristagna ... » (p. 139). La recessione del 1958 sarebbe uno dei primi esemplari di questo nuovo tipo di fluttuazione. E veniamo agli studi sulle economie pianificate, la parte più attraente, ma anohe forse la meno soddisfacente del volume. Sia per quanto riguarda l'Unione Sovietica che per la Cina, la trattazione si arresta sostanzialmente a un livello descrittivo. Sylos Labini ha diligentemente raccolto e accuratamente coordinato i dati che si conoscono su questi due paesi; ma non li ha interpretati con ragionamento organico che mostri le forze e i meccanismi operanti in queste economie. Quando si discorre di sviluppo economico, vien fatto di domandarsi come venne finanziato il processo di accumulazione, a quali strati della società venne imposto di limitare i consumi, quale gruppo sociale prese l'iniziativa per rompere il circolo vizioso della miseria imponendo le proprie scelte alla collettività, quali tecniche organizzative furono usate per raggiungere lo scopo. Questi problemi, lungi dall'essere risolti, non sono nemmeno impostati negli scritti di S.L.. Egli vede oligopolio dappertutto, perfino in Cina, e si chiede preoccupato come si dovranno trasmettere gli incrementi di produttività, se attraverso riduzioni di prezzi, o aumenti di 113 ·BibliotecaGino Bianco

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