Avremmo così finito. Ma ci preme ancora mettere in rilievo che il libro del Whyte non è soltanto una prospezione critica delle linee di sviluppo della società industriale americana in ciò che riguarda gli « uomini dell' organizzazione ». Esso è anche, infatti, d'altra parte, un esame, parimente critico, del ruolo che in quello sviluppo hanno giocato o si apprestano a giocare le scienze sociali, un saggio che concerne il metodo degli studi sociali ed il valore dei risultati che essi raggiungono. Com'è naturale, ma non senza merito dell'autore, nel libro i due discorsi sono congiunti fra loro e commisti in un solo svolgimento, al punto che è difficile il più delle volte distinguerli e separarli. È tuttavia utile, in un paese come l'Italia in cui si è ancora a tempo a formare una tradizione sociologica libera dalle pesanti ipoteche di un astratto doth·inarismo, richiamare alcune delle osservazioni metodologiche o delle idee avanzate dal Whyte. Così, ad esempio, la polemica contro l'illusione che, « usando le stesse tecniche che si sono dimostrate utili nelle scienze fisiche, noi potremo alla fine creare una scienza esatta dell'uomo » (p. 31); che è una polemica sempre opportuna contro i ritorni periodici delle illusioni positivistiche. Così ancora l'affermazione del valore particolare dello stucl io sociologico: « Uno non dovrebbe cadere nell'equivoco di mettere sullo stesso piano l'ingegneria e la scienza sociale ... Si potrebbe a buon diritto obiettare che questo campo diventerebbe più produttivo se lo si con1prendesse sotto la definizione di studi sociali. Lo studio dell'uomo e della società ha abbastanza valore in sè senza che gli si debba addossare l'oneroso compito di forgiare una scienza compiuta, comprensiva, e l'ultimo test escogitato, secondo la sua particolare visione dell'umanità, da uno scienziato sociale, non può rappre entare la verità assoluta; solo i presuntuosi o gli stupidi possono aspirare a questo» (p. 36). Così, infine, l'intera parte quarta del volume (pp. 211245), dedicata allo studio del valore gnoseologico e critico dei tests attitudinali: pagine veramente da manuale nella loro esauriente ricchezza e nella loro efficacia narrativa. E a proposito di quest'ultima si tenga presente che la lezione maggiore del volume del Whyte da un punto di vista metodologico è forse proprio nella dimostrazione che esso implicitamente offre del grado di complessità e di raffinatezza che l'analisi sociologica può raggiungere conservando fede al suo originario carattere descrittivo. Le pagine sulla vita nelle città-satelliti in cui gli uomini dell'organizzazione vivono non possono essere dimenticate dal lettore ed hanno la stessa verve di quelle sui tests attitudinali. Anche perciò dobbiamo essere gra~i a Luciano Gallino e all' editore Einaudi. [G. G.] Politica economica SYLOS- LABINI- Per un economista come Sylos-Labini, la ricerca scienti- .fica non è mai fine a sé stessa, ma sernpre intesa come strumento di interpretazione della realtà empirica. Basta scorrere i titoli dei suoi scritti, per scorgere come i temi che hanno attirato la sua· attenzione siano sempre connessi a 111 ibliot ca Gino Bianco
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