Nord e Sud - anno VII - n. 8 - settembre 1960

dall'Europa ». Tutto ciò era ben presente alla mente e al cuore degli uomini che fecero il Risorgimento. E infatti, venuti al potere, essi si adoperarono, per •quanto era nelle loro possibilità, al fine di modificare la forma ,del paese: fu la cc cura di ferro », voluta e attuata da Silvio Spaventa. Il Regno di Napoli era, come poi disse Nitti, << un vasto regno senza strade »; e per quanto si suole citare, tra i vanti del governo borbonico, l'inaugurazione del primo tronco ferroviario d'Europa (ma soltanto il primo, e su di una -distanza assai breve, dalla reggia di Portici a quella di Napoli), le provincie erano tutte isolate e lontanissime. Fu Spaventa, appunto, a far sì che le ,Calabrie, e di riflesso la Sicilia, quando furono costruite la ferrovia ionica e quella tirrenica, collegando un versante alla ,Campania e l'altro alle Puglie, risultassero più vicine di quanto non lo fossero state fino al '60. Dopo la prima « cura di ferro », però, non si è fatto più nulla, per modificare quella forma stretta e lunga dell'Italia che è sicuro impedimento a uno sviluppo economico-civile equilibrato, e diffuso per tutte le regioni. Soltanto da qualche anno, per mezzo della ·Cassa, si è posto il problema di un effettivo ammodernamento e sveltimento delle comunicazioni ferroviarie con l'estremo mezzogiorno della penisola. Ma le férrovie non sono più il solo mezzo di- cui disponiamo per « accorciare » l'Italia. C'è un mezzo nuovo e più efficace: le autostrade. Ora è vero che l'Autostrada del sole « accorcerà » l'Italia; ma solo fino a Napoli, onde ,Calabria e Sicilia più che mai sembreranno - ai fini della localizzazione industriale e della valorizzazione turistica - troppo lontane. Un grave errore è stato commesso da coloro che hanno pensato che si potesse e si dovesse anzitutto dotare la Valle padana e la dorsale Milano-Roma di una grande rete autostradale, senza rendersi conto che per chi vuole recarsi in Calabrìa, a impiantare una nuova industria o a raggiungere una nuova zona turistica, le comunicazioni sti:adali non possono essere più assicurate, in un tempo e in un modo ragionevolmente moderno ed efficace, dalla SS 18 per il Cilento e dalla SS 19 per il Pollino. Sembra che ora si voglia finalmente porre riparo a questo errore. Le dichiarazioni dell'on. Fanfani alla Camera sono state a questo proposito assai esplicite e il Governo va preso in parola. Nè si ·dica, come si è detto finora, che l'autostrada deve essere costruita solo quando esistono già presupposti di traffico tali da poter rapidaménte ammortizzare e remunerare il capitale impiegato. Come è stato affermato in un recente cc notiziario » della Federazione Italiana della Strada, cc bisogna considerare l'autostrada... come un' arteria di rapida comunicazione, capace di abbreviare tempi di percorrenza, ridurre costi di trasporto, valorizzare risorse, avvicinare mercati, integrare economie, e quindi promuovere iniziative e sviluppare nuovi traffici ». È in questo senso appunto che va impostato il problema dei rapporti fra movimento turistico in Sicilia e insufficienza delle vie di comunicazioni: il secondo dei fattori indicati da Galantino come determinanti della cc posizione sfavorevole ·del turjsmo in Sicilia ». Per concludere vogliamo richiamare l'attenzione di coloro che si interessano ai problemi turistici anche sulla cc nota bibliografica » che chiude lo 106 BibliotecaGino Bianco

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