viceversa. Questo principio, che è il più nuovo, costringeva a limitare gli sforzi nell'ambito di zone ristrette e accuratamente scelte. Terzo principio: lo sviluppo non si impone dall'esterno, ma deve essere realizzato dalla stessa co,llettività su scala regionale e nazionale. Il che significa che l'aiuto fornito sul piano europeo doveva limitarsi a risvegliare le popolazioni e ad accendere le loro speranze, alla: coordinazione degli sforzi, ali' assistenza di qualche esperto e ad un parziale contributo finanziario., Il che significa anche che le zone-pilota dovevano essere incluse necessariamente in un piano nazionale di valorizzazione: infatti, senza di ciò, esse avrebbero formato delle specie di mostri, che, ben lontani dall'essere degli esempi contagiosi, sarebbero divenuti causa di perturbamenti. Perciò la decisione del Consiglio Internazionale che stabilisce l'aiuto alle zone sotto-sviluppate d'Europa: ha previsto che gli esperimenti non sarebbero stati tentati che su domanda e su iniziativa dei poteri pubblici nazionali. L'Italia è il primo paese che si sia prestato all'esperimento; essa è stata seguita dalla Grecia che ha delimitato nel 1957 una zona in Epiro, e dalla Turchia dove si è elaborato un piano per la provincia di Mugla, di fronte alla isola di Rodi. In ogni caso, come si vede, si tratta di iniziative locali, più o meno provocate, e per tutta la durata dell'operazione non si agirà in maniera diversa. Dappertutto ci si è attenuti agli stessi criteri per scegliere e delimitare le zone-pilota: le si è scelte in modo cl1e fossero rappresentative di tutta una1 regione e che offrissero, su scala ridotta, tutti i problemi del paese in cui si trovano, e in modo cl1e fossero tuttavia sprovviste di condizioni aggravanti (p. es., di particolari eccedenze demografiche). Si sono scelte infine delle zone esemplari affinchè possano, servire da scuola a tutti i visitatori o a·gli studiosi jnteressati a simili lavori. Nel bacino del Mediterraneo tutto questo comporta un certo numero di caratteristiche precise: u11 rilievo pr.evalentemente accidentato, con tratti di costa profondi; un clima no11 equilibrato, dalla piovosità irregolare e più dannosa che fertilizzante; una agricoltura di tipo familiare, autarchica, esercitata su appezzamenti lontani fra loro, con allevamenti transumanti; una attività non-agricola insufficiente e più a1tigianale che industriale, che non permette il pieno impiego della mano d'opera; infine delle condizioni di vita miserabili nei campi dell'igiene, delle abitazioni, della salute e dell'educazione pubblica, dell' alimentazione e soprattutto in q1Jello della formazione professionale. 95 · Biblioteca Gino Bianco
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