possesso o meno della cultura classica ridotta troppo spesso a mera conoscenza tecnica delle lirigue classiche, svalutando così, per convinzione o involontariamente, gli altri elementi costitutivi della cultura umanistica intesa in senso lato. Nelle commissioni di esame, data la collegialità del lavoro e dei giudizi, questo modo di concepire la cultura trova sovente occasione per la sua messa a fuoco; vi acquista allora particolare risalto la figura del filologo p11ro. Egli s'accende di zelo solo per accertare la co11oscenza delle preziosità grammaticali e si11tattiche latine, dei paradigmi dei verbi irregolari, delle ipotetiche dipendenti, del discorso indiretto; solo questo per lui è cultura; solo per questo è disposto eventualmente a battagliare con i colleghi, nel caso di 11na discrepanza di giudizio. Ma costui, che freme se uno studente non ricorda una forma di un verbo latino, rimane poi indifferente se quello stesso studente mostra di ignorare che cos'è il liberalismo o il socialismo, o cl1i fu Giolitti. Ciò che è idea, cultura viva e moderna:: elemento di formazione civile oltre che umana, non lo interessa; lui che non sa rendere « attuale » la sua materia, ancor meno suppone o vede l'importanza umana e civile, etica insomma, delle altre materie, in particolare della storia. Non solo la rivoluzione crociana\ ma neppure l'insegnamento del De Sanctis pare lo abbia mai sfiorato. Questa figura di pedante preromantico, patriota di un patriottismo letterario e retorico civilmente indifferente, si trova a Nord come a Sud; è un fenomeno patologico della nostra cultura specialmente scolastica; 1na nel classicista meridionale il pregiudizio di 11n umanesimo tutto for1nalistico può sclerotizzarsi in forme estren1e, perchè gli manca il correttivo dell'ambiente. Il classicista del Nord, volontariamente rincl1iuso nel culto esclusivo del possesso linguistico e delle forme vuote di conte11uto, vive pur sempre nel mezzo di una civiltà industriale, in una società ove la politica è concepita in termini moderni, di democrazia e di partecipazione popolare, di emancipazione intellettuale e civile, e la cultura media non è dilettantescamente svagata, o baroccamente ornamentale, ma in misura maggiore o minore « impegnata », in rapporto cercato con gli altri settori della vita. I suoi ardori filologiconozionistici e la sua indifferenza civile sono temperati poco o tanto dall'urgere del nuovo umanesimo scientifico - in apparenza concorrente, n1a in realtà germogliato dal ceppo dell'antico umanesimo, con la prònuba mediazione della filosofia moderna - e dalla presenza attiva delle organizzazioni politiche di spirito veramente moderno, partiti eh~ non sono soltanto clientele, sindacati efficienti e rispettati, associa87 - Biblioteca Gino Bianco
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