Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

per le popolazioni dei territori serviti): per ettaro 68.000 lire; totale 14 miliardi; - opere sociali (cooperative, scuole, asili, assistenza, istruzione professionale, ecc.): per ettaro 38.000 lire; in totale 8 miliardi; - spese generali di amministrazione: per ettaro 54.000 lire, in totale 11 miliardi. Il costo medio unitario risulta quindi di 732 mila lire per ettaro trasformato e reso altamente produttivo, per un totale complessivo di 146 miliardi. Se si pensa che sono state sistemate oltre 31 mila famiglie e che tutta l'opera assicura lavoro ad altre migliaia di unità nel corso dell'anno, si scorge che la cifra investita per ogni posto di lavoro è dav,- vero irrisoria e a mala pena si avvicina al milione di lire. Senza parlare di quanto è stato fatto in campo sociale (scuole, specializzazione dei contadini, strade pubbliche, irrigazione), che nessuna iniziativa privata avr~bbe mai compiuto. Ne sono la prova migliore g1ì ultimi cinquant'anni di storia del nostro Mezzogiorno. Più che buttare al macero o sospendere i lavori di riform~ nel Sud c'è da vedere in concreto quanto bisogna ancora fare per migliorare l'organizzazione sociale e cooperativistica, affinare gli strumenti tecnici preziosi per le nuove unità poderali, procedere ad oculati piani di riconversione al fine di produrre derrate agricole sempre più richieste dai mercati e abbandonare le colture sorpassate che appesantiscono tutta la struttura dell'economia agricola meridiona'le. Noi non diciamo affatto che tutto è roseo nei territori di riforma: constatiamo soltanto che vi sono dei risultati altamente positivi, così come affermiamo che va bandit~ quel po' di mentalità fascista che ancora risiede in alcuni servizi della riforma in Puglia e Basilicata. Alcuni assegnatari lamentano ad esempio certe imposizioni da parte di tecnici e funzionari e sovente corre la famosa frase: « ricordatevi che noi abbiamo sempre ragione ». È necessario che ci si convinga che si va sviluppando fra i contadini una coscienza democratica e civile, della quale bisogna tener conto. Il soffio di vita nuova che si sente nelle campagne è frutto di un tipo nuovo di lavoro dei contadini. L'Ente deve seguire, incoraggiare questa lenta, ma· sicura formazione democratica e civjle di una realtà in movimento, che va studiata nel modo più appropriato e che, se non deve essere stupidamente celebrata come opera del regime, non deve - essere neanche condannata tendenziosamente come inutile. MARIO DILIO 76 Biblioteca Gino Bianco

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