civiltà urbana e industriale, che sarebbe invece caratterizzata da ideologie e da rapporti sociali disintegratori della personalità, delle famiglie e dell'ordine sociale. Anche in questo caso, tuttavia, può soccorrere, ai fini della giustificazione della legittimità democratica dell'intervento sociale, l'analogia con le cose economiche. Come l'intervento economico di industria·- lizzazione ·delle aree arretrate non ha contrastato la libertà dei COI)- tadini ed ha anzi mirato ad affrancarli dalla difficoltà di rescindere il ' rapporto con la terra, alla quale erano vincolati per l'assenza di alternative di occupazione in settori non agricoli, così l'intervento culfurale e sociale non vuol cancellare sic et si1npliciter il mondo contadino, ma mii-a a fornire alternative civili prima inesistenti, allargando gli orizzonti culturali dei contadini oltre i limiti dei valori tradizionali. D'altra parte, a garanzia del carattere liberale dell'intervento, è la libertà della scuola, cui essenzialmente va demandata la realizzazione di esso. La scuola dell'obbligo, infatti, può divenire, nelle comunità contadine, il centro coordinatore delle attività educative e sociali. Attraverso il contatto con gli scolari, la scuola può consentire ai vari operatori di raggiungere proficuamente anche le generazioni più vecchie, perchè si superino i contrasti e le rivalità, che troppo spesso travagliano il mondo degli operatori sociali, e si accetti, da parte di questi ultimi, il coordinamento della scuola. Indicare gli indirizzi, gli strumenti, i modi dell'intervento culturale, da realizzarsi attraverso il coordinamento della scuola dell' obbligo, è certamente difficile. Si ricl1iederebbe, anche in questo caso, una vasta attività di documentazione e di ricerca sulla struttura sociale, i valori culturali e le motivazioni prevalenti nella varia realtà del mondo rurale italiano; sui fattori che vanno considerati determinanti a favorirne la trasformazione in una direzione congrua allo sviluppo economico e civile; sulle influenze subite dalle tradizioni culturali delle comunità contadine ad opera della scuola, dei mezzi di informazione o di comunicazione e delle altre attività sociali; sulla possibilità di sperimentazione degli indirizzi, dei metodi e delle tecniche didattiche che consentano alla scuola di promuovere - non più limitandosi alla semplice diffusione dell'alfabeto, ma aderendo alla realtà economico-sociale delle comunità rurali - il passaggio da condizioni culturali di stagnazione a condizioni di progresso. La sollecitazione di cooperative, l'assistenza tecnica, la guida economico-imprenditiva degli agricoltori, l'assistenza all'emigrazione, la maggiore partecipazione dei contadini alla vita civile della società nazionale potrebbero essere perseguite attraverso la scuola con maggiore organicità e proficuità, evitando il verificarsi di resistenze e di conflitti da parte dell'ambiente nei confronti degli individui devia·nti e rendendo possibile l'interesse dell'intera comunità alle innovazioni che si intende introdurre. SALVATORE CAFIERO 57 · Biblioteca Gino Bia co
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