Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

timidi - è facile attribuire lè preferenze che taluni genitori manifestano per la scuola dei gesuiti al luogo comune che vuole questi ultin1i assai più esperti in pedagogia di quanto lo siano i professori delle scuole pubbliche: un luogo comune che fa il paio con l'altro per cui si ritiene da ambie11ti di tradizione anticlericale che il prete non sia in grado di accompagnare i giovani attraverso la pubertà: la verità è cl1e vi sono pedagoghi i11telligenti e pedagoghi sciocchi fra i preti e fra i laici; e spesso i primi possono seguire i singoli alun~i più assiduamente (il che non significa sempre seguirli meglio) di qt1anto non facciano i secondi, soltanto percl1è questi ultimi sono troppo pochi e di alunni ne hanno troppi. Altri giovani invece, come si è accennato, vengono avviati alle scuole private perchè siano· in essi rafforzati i principi religiosi: in questi casi, però, avviene spesso che i genitori non possono poi ritrovarsi contenti della scelta fatta. È noto infatti che moltissimi giovani provenienti da scuole come il « Pontano » escono da esse con sentimenti anticlericali o del tt1tto raffreddati nei confronti della religione; ognuno di noi conosce più di un ex alunno del « Pontano » che testimonia di questo diffuso fenomeno: come se .il prete si configurasse agli occl1i dello stu-dente allo stesso mo-do con cui i secondini si configurano agli occhi dei prigionieri, onde il malanimo verso le forme del· culto che vengono imposte agli studenti senza discrezione e ·con mancanza di tatto. Così al «Pontano», per es;, si è quest'anno giunti a un caso-limite: una delle ore settimanali di educazione fisica è stata sostituita da funzioni religiose, per lo più dalla Messa, cui è obbligatorio assistere; e quest'ora va recuperata nel pomeriggio dello stesso giornq, costringendo gli alunni, esenti per fortuna loro dal doppio turno, a sottrarre inopportunamente del tempo allo studio, al riposo, o al più che legittimo svago. Dovrebbe essere evidente che a costrìngere dei giovani ad ascoltare due Messe nel corso della settimana, l'effetto che ne sortisce è l'opposto di quello che gli educatori si pr~- fìggono. A dimostrazione di questo, basterà notare il fatto che solo un esiguo numero di allievi partecipa alle pratiche della Congregazione Mariana, che è la massim~ attività parascolastica del cc Pontano ,,. Ci sono poi quelli c~e si avviano alle scuole private per tradizione familiare, o perchè si illudono di trovarvi un « ambiente » migliore di quello delle scuole statali: ma questo non è affatto vero. I genitori invece, quando pongono i loro figliuoli in istituti come il << Pontano », spesso si servono di motivi come questi, ma ad altro non pensano che ad una maggiore facilità nella promozione dei figli; e bisogna ammettere che questo gruppo è più consistente degli altri. La speranza di certi genitori, è ovvio, si basa sul fatto che le scuole private, per ogni alunno che perdono, subiscono anche una perdita materiale, che il più delle volte preferiscono evitare, per cui si attengono a criteri generali più blandi di quelli tenuti nelle scuole pubbliche. Anche il « Pontano », che delle scuole private napoletane è forse, dal punto di vista della serietà degli stu-di, la migliore, non si salva 48 Biblioteca Gino Bianco

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