aumentato, forse anche più che ìn rapporto all'aumento complessivo della popolazione, il numero degli alunni delle classi di ginnasio e liceo si è addirittura ridotto a 332: 170 al ginnasio e 162 al liceo. Le cause di ciò risultano chiare non appena ci si soffermi sull"argomento: fino al 1929 tra gli insegnamenti forniti dalle scuole pubblicl1e non era contemplata l'ora ·di religione e del resto l'eco dei tempì ·dell'anticlericalismo e del positivismo si faceva ancora sentire nell'indirizzo degli studi; per cui nelle famiglie cattoliche benestanti e benpensanti i genitori preferivano inviare a scuola i propri figli là dove l'atmosfera era del tutto conforme a quella familiare e là dove l'insegnamento religioso era tenuto nello stesso conto di quello civile. Quando, però, a seguito del Concordato, anche nelle scuole statali la religione fu posta tra le materie di inseg11amento, e di conseguenza tra i professori fu ammesso un sacerdote, ancl1e le preoccupazioni di quei genitori cattolici vennero rneno, e il numero degli allievi nelle scuole private cominciò a decrescere. La riprova di queste considerazioni la si può avere dal fatto che ancora oggi alcuni genitori tendono a far frequentare ai figli le scuole elementari e le medie inferiori in istituti privati, per poi trasferirli successivamente, durante il ginnasio, in scuole statali. Chi è che resta dunque oggi al « Pontano »? Innanzi tutto vi restano i figli di talune famiglie più abbienti di quelle, cioè, che possono permettersi di pagare, oltre ad una retta di circa 100.000 lire annue, anche un numero rilevante di spese supplementari continue. A questo proposito uno dei Padri Gesuiti dell'Istituto ha riferito che con grave cruccio si sono raggiunte queste cifre, percl1è esse hanno allontanato molti giovani della media borghesia, che tradizionalmente costituiscono la parte migliore della popolazio11e scolastica. Del resto, lo stesso sacerdote ha affermato che i Gesuiti si rendono chiaramente conto di non ospitare più, come un tempo, la parte migliore dei giovani napoletani e sono costretti a constatare cl1e questi prediligono la scuola pubblica. È chiaro comunque che molti genitori anche se in grado di sostenere delle spese tanto rilevanti, dovrebbero preferire sottrarvisi, e limitarsi a pagare le diecimila lire della retta di una scuola pubblica. Pertanto è da ritenere che agli istituti parificati, e specialmente a quelli del clero, 1imangono iscritti questi principali gruppi di studenti: quelli che i genitori ritengono abbiano bisogno di particolarj attenzioni pedagogiche per poter proseguire gli studi (per cause sul tipo della timidezza); q•uelli i cui genitori pretendono che sia impartita un'educazione religiosa più estesa e approfondita di quella fornita dalla scuola pubblica; quelli che si vogliono far sedere sugli stessi banch.i del padre e del nonno o sui banchi che si ritengono meglio frequentati; quelli, infine e sopratutto, che sperano nella « manica larga » e cioè credono di non essere in grado di seguire gli studi nella. scuola statale. Sono gruppi, certo, che indicano divisioni alquanto fittizie, perchè quasi sempre è l'insieme di più di un motivo a spin- , gere verso le· scuole private. Per il primo gr•uppo - chiamiamolo dei 47 iblioteca Gino Bianco
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