Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

plicandosi e contrastandosi, a volte lasciano lacune più o meno ampie. Ma in ogni modo, è stato approntato uno strumento che può diventare valido ed efficiente. Quanto ai mezzi finanziari li si potrebbe considerare bastevoli, ancl1e se non cospicui, purchè impiegati cum fuicio. I mille miliardi investiti avrebbero dovuto ess·ere molti di più, per l'ampiezza ambiziosa del programma massimo : comunque, si è al caso di operare con sufficiente larghezza, specie considerando che vi è anche l'intervento diretto dello Stato, sempre più accentuato e sempre più qualificato, mediante l'IRI e l'ENI, che con il 40% delle loro operazioni globali dovrebbero agire sui settori c. d. propulsivi e preparare con efficacia il terreno e le condizioni più favorevoli per !'·iniziativa privata, che l'incentivazione (ormai capace di esercitare t1n peso determinante) dovrebbe richiamare assai più di quanto non si sia anche recentemente constatato nell'applica 1zione della legge n. 629 del 1959, che ha visto appena 30 domande di finanziamento dal Sud contro 208 dal Centro-Nord. - Perchè a questa ampiezza, o almeno parzial~ adeguatezza, di mezzi legislativi é finanziari ha11no corrisposto risultati tanto modesti? Peccheremmo di ambizione e presunzione se volessimo a questo punto dilatare i confini di questa nota e fonnt1lare un programma per una più efficiente politica di sviluppo. Peccheremmo di semplicismo invece se ci limitassimo a invocare t1n più largo intervento dei governi, come hanno fatto i convenuti dell'INSPE, a Napoli, nell'aprile del 1959 (gli atti del Convegno sono stati lussuosamente raccolti in un libro edito dal Cappelli, ma nulla vi si può trovare che 110n sia noto e supetato e trito; la sola formula di coordinazione tra le varie «sezioni » è quella che invoca l'intervento del governo, tout court: troppo e troppo poco). Occorre intendersi sul significato e sulla portata di questa formula magica: politica di sviluppo. Con essa può significarsi, sul piano della situazione meridionalistica, la coordinata organizzazione delle risorse in vista di un determinato obiettivo, che è in primo luogo quello di assorbire il maggior numero di unità di lavoro e quindi l'altro di conferire a tutta la popolazione un maggior grado di benessere. A , questo risultato si perviene mediante l'aumento del reddito disponibile, aumento che a sua volta può essere realizzato solo da una leva più accentuata di forze lavorative. Ma deve trattarsi di organizzazione coordinata, preceduta da studi intensi a stabilire su quali ricchezze, 1nezzi e forze si possa fare assegnamento; quali rapporti debbano intercorrere fra l'intervento pubblico e l'iniziativa privata; i tempi, e le fasi della progressiva realiz- . zazione. Questo, almeno, si desume dalla lettura che palesemente ha ispirato i compilatori del famoso (ed accantonato ...) cc piano Vanoni », che non a caso era stato dagli stessi denominato piano di sviluppo. Ed ecco invece cc interventi sporadici, attuati caso per caso, ma42 Biblioteca Gino Bianco

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