il governo dell'on. Segni - e a maggior ragione oggi dovremmo aggiungere: con il governo dell'on. Tambroni - ciò si deve alla prospettiva di un governo di centro-si11istra a breve scadenza, prospettiva che i Moro e i Fanfani, i La Malfa e i Saragat, ed anche i Nenni, sono riusciti a mantenere aperta. Ma, perdurando l'attuale atteggiamento dei dorotei, fino a quando questa prospettiva potrà rimanere aperta? E quando essa dovesse chiudersi, quali adesioni i comunisti non potrebbero trovare per un convegno come quello del teatro Valle? Perchè, non saremo certamente noi a dimenticarlo, ciò che a quel convegno si è detto, sulla cultura nella società italiana, non è campato in aria. E se non si può dire che il frontismo abbia ripreso quota, si può dire però che non segna più il passo come dal 1956 al 1958: lenta, mente ha ripreso a fare qualche passo avanti. Anche questa è una indicazione del convegno delle riviste che non deve essere sottovalutata e che conferma ciò che scrivemmo nel mese di marzo: in seguito a vicende come quella siciliana - e a maggior ragione dovremmo ora aggiungere: come quella della recente crisi di governo, dai « casi di coscienza » dei parlamentari democristiani ai « punti fermi » delr « Osservatore romano » - « per i comunisti potrebbero maturare grossi dividendi elettorali e soprattutto politici ». n.d.r. Il giornale radio in provincia Nel panorama squallido ma non privo di interesse della stampa di provincia, che anche nel nostro paese si incomincia a studiare e ad analizzare, è mancato fino a questo 1nomento l'esame dell'unico fatto nuovo che il dopoguerra ha fatto registrare in tale ambito, con l'istituzione di quotidiani radiofonici regionali, destinati ad estendere e proseguire, in sede locale, l'azione svolta dalle varie edizioni del giornale radio in campo nazionale. Eppure la velocità del mezzo tecnico adoperato, i vantaggi di un'organizzazione curata in ogni particolare, e la sicurezza di poter contare, dall'inizio, su un pubblico assai ampio e facilmente influenzabile, pongono l'iniziativa su 1:1npiano ben diverso da quello che ha caratterizzato, in questi anni, i tentativi giornalistici a] livello locale e dovrebbero indurre a considerare l'esperimento come il solo capace di risollevare le sorti dei mezzi di informazione in provincia~ ridotti ormai a un ruolo di scarsissimo rilievo, persino durante le battaglie elettorali. Se ciò finora non è accaduto, per mancanza, forse, di avvenimenti tali da giustificare un discorso di ordine politico, oltre che tecnico, sull'argomento, un recente episodio, costituito dall'installazione di altre due sedi RAI, e dei relativi « gazzettini », a Cosenza e a Potenza, ci consente alcune osservazioni che, valide per tutto il paese, acquistano maggior risalto i11 zone culturalmente depre.sse come la Calabria e la Basilicata. 37 , Bibliotec-a Gino Bianco
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