Nord e Sud - anno VII - n. 6 - luglio 1960

saranno invitati a tutti i convegni, credano che sia necessario o utile o doveroso recarsi a tutti i conveg11i, da chiunque indetti, p-urchè indetti per protestare contro le condizioni che si fanno alla ricerca scientifica nel nostro paese: imparino a distinguere, gli scienziati comunisti vadano ai convegni indetti dai comunisti o dalle riviste frontiste, i democratici ai convegn.i jndetti dagli « amici del ' Mondo' » o dal « Mulino ». Dopo quanto si è detto sui convenuti resterebbe da dire qualcosa sulle assenze che si sono notate nella romana « platea di cervelli». Basterà dire, però, che sono state molte e significative: tutte le riviste italiane che hanno una liP0 a· politica, « 'f empo presente », « Tempi moderni », cc Passato e presente », cc Comt1nità », cc Il Mulino », « Democrazia: moderna », « Itinerari n , cc Democrazia liberale », ecc. Vediamo ora quali commenti ha s11scitato il meeting del teatro Valle tra coloro che, in quanto fautori dell'apertura a sinistra, erano pit1 direttamente, anche se non esplicitamente, chiamati in causa. Il convegno è stato preceduto da dt1e prese di posizione molto ferme: t1na di Enzo Forcella sul «Giorno» e una di Franco Fortini sull'« Avanti». Forcella smascherava tempestivamente l'ispirazione e l'intonazione frontiste clella relazione introduttiva di Piovene. Fortini condannava giustamente quegli cc studiosi che si sentirebbero disonorati da una citazione imprecisa» e quegli cc scrittori che sono puntigliosissimi su- ,gli 11si degli avverbi temporali », ma poi cc accetta110 con grandissima facilità (e con altrettanto grande scetticismo) gli appelli a indefinite unioni politico-culturali senza volersi rendere conto che altro è militare, con coerenza e, se necessario, co11dt1rezza, in un 1Jartito politico, altro è credere o voler far credere di politicizzare la 11ropria attività scientifica e letteraria con i modi, i con1promessi e le strt1mentazioni proprie di assemblee politiche >). Si potrebbe dire, quindi, che, a questo punto, ai comunisti, che muovevano le file del convegno, si poneva il problema di rimontare la situazione, di rilanciare su t1n altro piano la manovra di adescamento frontista che Forcella e Fortini erano intervenuti a bloccare·. Ma il fatto che l'« Avanti» abbia, come suol dirsi, « minimizzato >> le cronache del convegno.. e il fatto che « Il Mondo » abbia tratto occasione dal convegno per ribadire il proprio impegno di lotta su due fronti, dimostra' che questo rilancio non c'è stato. E in fondo esso era impossibile: fino a quando, grazie a Moro e a Fanfani, a La Malfa' e a Saragat, a Nenni e ai radicali, si riesce a non chiudere ogni possibilità di effettiva evoluzione a sinistra della realtà politica italiana, come vorrebbero chiuderla Missiroli e Pacciardi, il card. Ottaviani e Malagodi, Gedda e l'ala destra dei dorotei, fino a quando, cioè, resta possibile l'apertura a sinistra, la IJolitica frontista non può riprendere veramente quota. Il convegno delle riviste tenuto al teatro Valle ha dunque confermato ciò che scrivevamo nell'editoriale del mese di marzo: se il comunismo non si è ancora avvantaggiato della situazione creata con 36 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==